A San Casciano dei Bagni ritrovato un tesoro unico nelle terme romane. Franceschini: "Presto un museo"

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Piscine di acqua calda e curativa in uno scenario mozzafiato, con salti di quote, terrazze digradanti nel verde, fontane, colonnati, giochi d'acqua.

A San Casciano dei Bagni in Toscana, piccolo borgo nella provincia di Siena, gli archeologi sono impegnati da tre anni in uno scavo che ha già fatto parlare di sé con il ritrovamento di una grande vasca, oggetti votivi, altari dedicati agli dei, persino un bassorilievo con l'immagine di un grande toro e uno splendido putto in bronzo, capolavoro di età ellenistica

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di Federica Damiani Una grande clinica per la fertilità, un luogo dedicato alla buona sorte, dove recarsi per vivere la miglior vita possibile grazie alla benedizione degli dei. Le ultime settimane di scavo hanno portato alla luce infatti anche un ambiente del ‘500, assolutamente fedele alle testimonianze scritte del periodo Mediceo (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Con al centro una grande vasca «sacra» che dà il nome al sito e raccoglieva le offerte. Ogni pezzo può fare la differenza e raccontare qualcosa in più del «Bagno grande» di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena (Corriere Fiorentino)

Ma la vera sorpresa, racconta l'archeologo Jacopo Tabolli, e' arrivata in queste ultime settimane con la scoperta delle reali dimensioni del santuario, che era stato degli etruschi e che i romani nei primi secoli dell'impero vollero rifondare rendendolo fastoso e monumentale. (Repubblica TV)

Ieri sera, in una piazza curiosa e partecipe, sono stati presentati i risultati della sesta campagna scavi nell’area del Bagno grande a San Casciano dei Bagni. Soddisfazione per la sindaca Agnese Carletti: "Questo progetto rappresenta per San Casciano un’opportunità non solo culturale e turistica, ma un’occasione di rinascita. (LA NAZIONE)

Più di sessanta studiose e studiosi di quindici enti di ricerca si sono avvicendati tra il sito archeologico a San Casciano dei Bagni e il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza a Grosseto. (RadioSienaTv)

Senza contare le monete: »Oltre tremila e tutte di fresco conio« come ha documentato Giacomo Pardini, esperto dell'Università di Salerno. Una determinazione che la dice lunga sul fascino di un luogo amato e frequentato da più di duemila anni (Avvenire)