Perin e la spaccatura per decidere la piattaforma su cui giocare online

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Niente scommesse, solo poker. E una chat whatsapp dove si decideva tutto, o quasi. Sono questi gli elementi fondamentali del coinvolgimento del pontino Mattia Perin, attuale portiere della Juventus, nell'inchiesta della procura di Milano per le scommesse su siti illegali dove risulta indagato. Nata da uno stralcio di quella del 2023, che era stata sviluppata dagli investigatori di Torino e che vedeva come attori principali i calciatori Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, è proprio sulla base degli interrogatori e dell'analisi delle chat dei telefoni dei giocatori in forza alla Fiorentina e al Newcastle che si sviluppa quest'ultimo filone, da dove, tra gli altri, salta fuori il nome di Perin, che viene nominato per la prima volta da Tonali quando parla di un tavolo da poker sulla piattaforma a cui ha giocato in cui c'erano, tra gli altri, anche il giovane juventino citato prima e Zaniolo (Il Messaggero)
Ne parlano anche altri media
Il nuovo caso scommesse scuote il calcio italiano e scatena il disappunto anche ai massimi vertici. A tuonare è il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi : "- le sue parole a 'Il Messaggero' -. (eurosport.it)
FIRENZE – Grida la sua rabbia e prova di nuovo a voltare pagina, Nicolò Fagioli. Protagonista suo malgrado dei nuovi sviluppi del caso scommesse illegali. (la Repubblica)
Hanno fatto rumore le dichiarazioni di Andrea Abodi sul tema delle scommesse (qui le dichiarazioni). (violanews.com)

Lo fa con un lungo post su Instagram che lo ritrae di spalle con la maglia numero 44 della Fiorentina, la squadra che ha gennaio lo ha accolto e rilanciato dopo l'addio alla Juventus. (RaiNews)
Le minacce a Fagioli sono pronunciate da un certo Nelly, personaggio misterioso di Roma che gestisce un sito illegale di scommesse. Nelly scrive a Fagioli: “Fagioli, lo giuro sui miei figli, se entro mercoledì non ho i soldi vengo a Torino e ti faccio smettere di giocare”. (il Centro)
Sulle piattaforme venivano creati gli account per ognuno dei giocatori, poi si creavano delle «stanze chiuse» protette da password per selezionare i partecipanti ai tavoli da poker. I promotori dell'organizzazione, in contatto soprattutto attraverso gruppi whatsapp, non ponevano limiti alle cifre che i calciatori decidevano di giocare. (Il Messaggero)