Xi risponde nel segno di Mao. Gli Usa come una tigre di carta. E Bruxelles si avvicina

Articolo Precedente
Articolo Successivo
Sfida accettata. La Cina non ha alcuna intenzione di cedere di fronte alle mosse di Donald Trump. E dopo che il presidente degli Stati Uniti ha dato il via alla guerra dei dazi, il leader cinese Xi Jinping ha ordinato di rispondere. Un contrattacco che si snoda su diverse direttrici. Da una parte c’è la controffensiva economica, tra svalutazione dello yuan, mosse sul debito americano e dazi che si innalzano parallelamente a quelli americani. (Il Riformista)
La notizia riportata su altri giornali
"La Cina ha bisogno di fare un accordo con noi. Noi non abbiamo bisogno di fare accordi con loro. Non c'è nessuna differenza tra la Cina e ogni altro paese, se non per il fatto che la Cina è molto più grande", le parole di Trump, che ha adottato tariffe complessive del 145% nei confronti del paese asiatico. (Adnkronos)
Secondo il Wall Street Journal, il presidente Trump potrebbe ridurre i dazi ai Paesi che si impegnano a limitare i propri rapporti con la Cina. Intanto, Pechino nomina il nuovo rappresentante per il commercio internazionale e via stampa rimbrotta gli Usa: nessuno li ha truffati, sono saliti sul treno della globalizzazione, smettano di lagnarsi, scrive il China Daily. (RaiNews)
L’attività portuale cinese è crollata all’inizio di aprile, con dati che indicano che le esportazioni verso gli Stati Uniti sono state colpite duramente dai dazi del presidente americano Donald Trump. Si tratta di un dato nettamente inferiore alla contrazione dello 0,88% registrata la settimana precedente, quando Trump ha annunciato per la prima volta il suo piano di dazi reciproci. (Milano Finanza)

La replica di Pechino: "l'uso indiscriminato della forza non renderà di nuovo grande l'America" (il Giornale)
Dopo le dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che ha invitato la Cina a sedersi al tavolo delle trattative, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha ribadito che ogni negoziato dovrà avvenire "sulla base di uguaglianza, rispetto e reciproco vantaggio". (Il Messaggero)
"La palla è in mano alla Cina, sono loro che devono fare un accordo con noi non il contrario". Lo ha detto Donald Trump in una nota letta dalla portavoce Karoline Leavitt. "Non c'è nessuna differenza tra la Cina e gli altri Paesi, solo le sue dimensioni", ha aggiunto il presidente. (www.altoadige.it)