MPS: la politica vuole davvero che la banca rimanga a Siena?

Nove da Firenze ECONOMIA

Firenze, 1 agosto 2021- Mps è il nome di una banca la cui data di fondazione (1472), evocano la grandezza rinascimentale dei banchieri senesi.

Così il deputato della Lega Toscana Manfredi Potenti.

La verità è che Pd e M5S vogliono parlare di MPS a Roma, quando chiediamo che se ne parli in Toscana.

Così il commissario della Lega Toscana Mario Lolini sulla vicenda della vendita del Monte dei Paschi. (Nove da Firenze)

La notizia riportata su altri giornali

“Nel prossimo question time in commissione Finanze alla Camera, la Lega chiederà al Governo chiarimenti sulla vicenda MPS”, afferma il senatore Alberto Bagnai, responsabile economico del partito, e il deputato Giulio Centemero, capogruppo in Commissione finanze. (SardiniaPost)

“Chiediamo al governo Draghi di far valere il proprio ruolo in una trattativa, anche in Europa, che mette in discussione migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti nonché il futuro del Centro direzionale Mps nella nostra città, che porterebbe anche a pesantissime ricadute sul sistema economico, aggravate in termine di immagine da un’ipotesi di svendita del marchio storico della Banca”. (Agenpress)

Così una nota sindacale congiunta di Cgil, Cisl e Uil di Siena. Il piatto è servito, e sarà difficile non farlo portare a tavola." (SienaFree.it)

La partita è aperta e il premier Draghi molto probabilmente sarà chiamato ad una mediazione per arrivare ad un compromesso. E Letta si è detto sicuro che la situazione possa essere risolta dal premier Draghi. (News Mondo)

E’ bene premettere che dal 2017 Mps è al 70% dello Stato italiano. E poi (crisi finanziaria 2008) Mps attinge ai “Tremonti Bond” (diventati poi “Monti bond”) che riesce a rimborsare solo nel 2015 facendo entrare lo Stato col 4% nel capitale. (Vicenza Più)

L’importante è individuare un progetto unitario, alternativo alla vendita o, meglio, svendita a una grande banca italiana dentro una manovra che mescolerebbe politica, affari, finanza. Poi ci sono le chiacchiere di chi dice “no allo spezzatino”, “no ai licenziamenti”. (Il Cittadino on line)