Incendio in via Antonini a Milano, 10 giorni dopo le cause restano un mistero

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Incendio in via Antonini a Milano, 10 giorni dopo le cause restano un mistero Né un cortocircuito e neanche un fantomatico effetto lente: a 10 giorni dall’incendio della Torre dei Moro in via Antonini, a Milano, le cause del rogo restano un mistero.

A poter rilasciare dichiarazioni è solo la procura. Le comunicazioni ufficiali sulle cause di quanto accaduto in via Antonini restano in capo alla procura. (Fanpage.it)

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Gli inquirenti dovranno quindi stabilire se per i materiali usati sia stato fatto un uso corretto rispetto alla loro omologazione Per questo motivo, i vigili del fuoco hanno dichiarato che l'incendio sia partito per causa accidentale. (Fanpage.it)

L'impianto elettrico dell'appartamento, comunque, era privo di tensione: la corrente era staccata e il fatto è stato confermato sia dal custode dello stabile sia dall'analisi del consumi analizzati dai magistrati (MilanoToday.it)

Il fuoco non discrimina nessuno, ma fortunatamente qui non ci sono state vittime perché i Vigili del Fuoco hanno fatto evacuare gli abitanti del palazzo". Le autorità si adoperino per al più presto una nuova sistemazione abitativa a queste persone, magari aiutandole a sistemare questo palazzo". (IL GIORNO)

Angela Libardi è una delle mamme che vivevano nella Torre dei Moro di via Antonini. Milano - "Non voglio che mio figlio di 4 anni senta il peso di questa situazione. Milano - "Non voglio che mio figlio di 4 anni senta il peso di questa situazione. (IL GIORNO)

Un dettaglio che rafforza ulteriormente l'ipotesi che a prendere fuoco, per cause accidentali ancora da chiarire, sia stato proprio del materiale lasciato sul balcone. Alla luce di questo verranno fatte delle acquisizioni documentali all'ente tecnico che ha certificato il prodotto (IL GIORNO)

E sono arrivati ieri a Milano per testimoniare la loro vicinanza agli inquilini rappresentati da Mirko Berti: «Sono venuti da Londra apposta per noi, un gesto che non dimenticheremo. Qui i rappresentanti dei superstiti si sono stretti intorno a Mirko, Erika e Roberto (Corriere Milano)