Stato-mafia, nelle motivazioni della sentenza: "Ecco perchè il Ros non volle catturare Provenzano"

La Sicilia INTERNO

Le motivazioni riportano poi che la strage di Via D’Amelio era decisa e la sua esecuzione non fu accelerata dalla cosiddetta trattativa.

«E' assai più probabile, incrociando le varie fonti di datazione degli avvenimenti in oggetto, che Riina sia stato edotto dell’iniziativa dei carabinieri del R.O.S.

e della sollecitazione rivolta attraverso Ciancimino soltanto dopo che la strage di via D’Amelio era stata commessa», spiega

Secondo i gudici i carabinieri avrebbero voluto «favorire la latitanza di Provenzano in modo soft». (La Sicilia)

Su altre testate

Un superiore interesse spingeva ad essere alleati del proprio nemico per contrastare un nemico ancora più pericoloso" "Esclusa qualsiasi ipotesi di collusione con i mafiosi, se Mori e Subranni potevano avere interesse a preservare la libertà di Provenzano, ciò ben poteva essere motivato dal convincimento che la leadership di Provenzano, meglio di qualsiasi ipotetico e improbabile patto, avrebbe di fatto garantito contro il rischio del prevalere di pulsioni stragiste o di un ritorno alla linea dura di contrapposizione violenta allo Stato". (Tp24)

Serviva a un volonta’ un “segnale di buona proseguita e di disponibilita’ sulla via del dialogo” Anche la mancata perquisizione del covo di Riina puo’ essere ricondotta a questa strategia. (il Fatto Nisseno)

“Sono stati acquisiti – scrivono i giudici a supporto dell’ipotesi – elementi che comprovano l’intendimento del dottor Borsellino di studiare il fascicolo relativo rapporto “mafia appalti” nel periodo compreso tra strage di Capaci e la strage via D’Amelio“. (Il Fatto Quotidiano)

Facendo leva su tensioni e contrasti, si cercava insomma di dialogare con Bernardo Provenzano per colpire meglio l’ala stragista di Totò Riina. Quanto alla trattativa, la linea di Mori e degli altri sarebbe stata quella di mandare segnali. (Avvenire)

Adesso è scritto nero su bianco, nelle 2.971 pagine delle motivazioni dei giudici della Corte d’assise d’appello di Palermo depositate ieri in cancelleria. Paolo Borsellino si era opposto alla richiesta di archiviazione avanzata direttamente dalla Procura. (La Sicilia)

Sul giornale di domani il nostro Marco Lillo si occuperà di questa parte della storia sulla quale la giustizia non ha ancora fatto luce. Sul Fatto di domani analizzeremo nel dettaglio le motivazioni della sentenza. (Il Fatto Quotidiano)