Eurovision 2025: ex concorrenti chiedono l’esclusione di Israele e criticano l’EBU per il genocidio normalizzato

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Le Tensioni Politiche nel Contest Musicale L’Eurovision Song Contest 2025 si prepara a diventare non soltanto un evento musicale, ma anche un palcoscenico di accese polemiche politiche. Più di settanta artisti che hanno preso parte alle edizioni precedenti hanno recentemente firmato una lettera aperta rivolta all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), dichiarando la loro richiesta di escludere Israele e l’emittente nazionale KAN dalla competizione. (SofiaOggi.com)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Il giorno dopo l’annuncio di Benjamin Netanyahu sulla volontà di Israele di ampliare operazioni militari nella Striscia di Gaza le cancellerie internazionali fanno sentire la lor voce. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha dichiarato che Parigi condanna “molto fermamente” la nuova campagna bellica di Tel Aviv. (Il Fatto Quotidiano)
Il dibattito, condotto da Giovanni Floris, ha visto l’ex deputato del Movimento 5 Stelle denunciare apertamente la responsabilità dell’Occidente e di Israele nella tragedia palestinese, accusando Stati Uniti, Unione Europea e il governo italiano di complicità diretta nel massacro in atto. (Il Giornale d'Italia)
La professoressa Silvia Ronchey, intervistata da Giovanni Floris a Di Martedì, ha spiegato che quello che sta commettendo Israele a Gaza "è un genocidio" e che quello guidato dal premier Benjamin Netanyahu non è più un Paese democratico. (Il Giornale d'Italia)

La lettera aperta è stata inviata all'Unione Europea di Radiodiffusione (EBU): i firmatari fanno un passo indietro, e asseriscono come la partecipazione di Israele all'edizione 2024 ha reso il concorso "il più politicizzato, caotico e spiacevole della sua storia". (Il Giornale d'Italia)
L'Apocalisse di Giovanni parla di un luogo fatale per le sorti dell'umanità nel capitolo sedici, fra la sesta e la settima coppa dell'ira di Dio: "e radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn". (Il Giornale d'Italia)
Il primo ministro dello Stato ebraico Benjamin Netanyahu ha annunciato che l'operazione sarà "intensa" e si svilupperà gradualmente nei prossimi mesi. L'escalation del conflitto a Gaza ha raggiunto un punto critico. (Wired)