Abuso d’ufficio, il caso Duchini in Corte costituzionale: «Inammissibile e infondata»

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«La Corte non può riesumare reati abrogati né creare nuove incriminazioni». È uno dei passaggi chiave della memoria difensiva illustrata ieri dall’avvocato Nicola Di Mario davanti alla Corte Costituzionale nell’ambito del giudizio incidentale sollevato dal tribunale di Firenze sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Il legale rappresenta Antonella Duchini, ex procuratore aggiunto di Perugia, imputata in un processo che si è fermato proprio per effetto della norma soppressa. (Il Messaggero)
La notizia riportata su altri media
A sollevare la questione la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. I dubbi degli ermellini (La Notizia)
Nell’udienza pubblica svoltasi ieri, si legge in un comunicato, la Corte ha esaminato le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di cassazione, sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio ad opera della legge numero 114 del 2024. (NT+ Diritto)
Lo ha stabilito la Consulta, che ha bocciato le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali e ha ritenuto ammissibili le sole questioni sollevate in riferimento agli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (la cosiddetta Convenzione di Merida). (Il Mattino)

L'abrogazione dell'abuso d'ufficio non è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale in esito all’udienza pubblica svoltasi ieri, dopo avere esaminato in camera di consiglio le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di cassazione, sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio ad opera della legge numero 114 del 2024. (Adnkronos)
Non è incostituzionale l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio. È quanto deciso dalla Corte costituzionale. (la Repubblica)
Nei mesi scori, dubbi di costituzionalità sono stati espressi anche da giudici di merito. E la Commissione europea, nella relazione annuale sullo Stato di diritto 2024 riguardante l’Italia, ha sottolineato che il venire meno del reato «potrebbe avere implicazioni per l’individuazione e l’investigazione di frodi e corruzione». (Domani)