Buoni fruttiferi postali: dematerializzati o cartacei? C’è un motivo importante nella scelta

ContoCorrenteOnline.it ECONOMIA

Consigli per il nuovo anno: i migliori buoni fruttiferi postali. Buoni fruttiferi postali dematerializzati e cartacei: le differenze a confronto. In pratica quando si sottoscrive un bpf cartaceo, si riceve un ticket che deve essere poi presentato sia per il rimborso anticipato che a scadenza.

In sostanza con i buoni fruttiferi non dematerializzati, non si incorre nel rischio prescrizione.

Possibilità che esiste per i buoni cartacei e che può essere scongiurata in solo modo. (ContoCorrenteOnline.it)

La notizia riportata su altri media

Trattandosi di strumenti di risparmio di medio-lungo termine, consideriamo i 5 e i 10 anni. I punti di divergenza BTP e buoni fruttiferi. Un primo elemento di distinzione tra BFP e BTP riguarda il rimborso integrale del capitale iniziale. (Proiezioni di Borsa)

Qual è l’investimento più redditizio in questo momento per guadagnare almeno il 3% sicuro? Cioè capitale integralmente restituito e maggiorato del 3% di rendimento netto (di tasse e commissioni). (Proiezioni di Borsa)

Quanto guadagno investendo 6600 euro in un buono fruttifero postale o in un libretto di risparmio? Dopo 8 anni, invece, gli interessi sono di 160,07 euro (ritenuta 20,01 euro) per un totale di 6740,06 euro mentre dopo 12 anni di 323,86 euro (ritenuta di 40,86 euro) e totale di 6883,38 euro. (InvestireOggi.it)

Invece, i buoni fruttiferi dematerializzati conservano un vantaggio. I buoni fruttiferi sono un investimento caro agli italiani per molti motivi. (Consumatore.com)

Ciò è assolutamente giusto visto che l’inflazione erode il potere di acquisto e bisogna, in un modo o nell’altro, correre ai ripari. Effettivamente i buoni fruttiferi postali sono un’ottima opzione per chi voglia difendere il proprio danaro dall’inflazione. (iLoveTrading)