Quanto vale l’asse Renzi-Calenda (e chi ci rimette)

Nicola Porro INTERNO

L’idea di un polo di Centro moderato, europeista ed atlantista non è in realtà del tutto nuova.

L’ipotesi della nascita di un terzo polo sembrava essere definitivamente sfumata dopo la stipula del patto elettorale tra Enrico Letta e Carlo Calenda, che di fatto consegnava il potenziale azionista di maggioranza dei centristi (Calenda) al centrosinistra.

Numeri peraltro confermati dagli ultimi sondaggi, che quotano un polo di Centro con Renzi e Calenda insieme dal 7 al 10%. (Nicola Porro)

La notizia riportata su altre testate

Il Terzo polo è un'occasione straordinaria, se c'è il Terzo polo cambia il Paese e se c'è il Terzo polo Draghi può tornare a palazzo Chigi. Quando gli chiedono chi guiderà, nel caso, la coalizione tra lui e Calenda, Renzi taglia corto: "È l'ultimo dei problemi" (Liberoquotidiano.it)

La manovra di Carlo Calenda e del suo partito Azione, che a pochi giorni dalla firma dell'accordo con il Partito Democratico si è chiamato fuori dalla coalizione di centrosinistra, fa parte di questi fattori. (Today.it)

Coalizione troppo ristretta per poter pensare a una scalata. Il direttore di YouTrend, commentando il divorzio politico, ricorda che "si tratta di uno strappo subito dal Pd che segue lo strappo del M5S. (Liberoquotidiano.it)

Chi sostiene di aver scoperto il terzo ci sta solo prendendo per i fondelli. Al confronto Renzi pare un gigante”. Calenda è uno abituato a usare tutti e tutto come un taxi. (Liberoquotidiano.it)

Sicuramente avere più collegi uninominali da dividersi potrebbe essere accolto bene all’interno del partito, perché cade il rapporto 70%/30% che era una clausola dell’accordo con Carlo Calenda. Ma alla fine il conto potrebbe essere comunque non molto distante, considerato il fatto che i collegi che quasi sicuramente garantiranno un’elezione sicura non sono tanti (L'HuffPost)

Calenda potrebbe dire la stessa cosa: sono fatto così. Sono fatto così, disse lo scorpione alla rana, dopo averla morsa e decretando la fine di entrambi. (L'HuffPost)