Gianluca Vialli e la lotta con il tumore: "Un compagno di vita indesiderato, spero si stanchi di me"

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"Sono stato un giocatore e un uomo forte ma anche fragile e penso che qualcuno possa essersi riconosciuto.

Gianluca Vialli sorprende e commuove: il gesto dell'ex bomber, bacio al pallone prima della partita dell'Italia | Video. Vialli si augura la sua storia possa essere d'esempio.

08 giugno 2021 a. a. a. Gianluca Vialli ha svelato a Sogno Azzurro, la docu-serie di Rai Uno sulla Nazionale italiana realizzata da Donatella Scarnati, la sua battaglia contro il cancro. (Liberoquotidiano.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Vialli racconta la malattia: "Spero che il cancro si stanchi di me". Dal 2017 combatte contro un tumore al pancreas che ha affrontato con coraggio e sconfitto anche grazie all'aiuto della sua famiglia. (Today.it)

Gianluca Vialli, ex attaccante tra le altre di Juventus e Sampdoria, ha fatto una serie di confessioni nella docuserie Rai Sogno Azzurro che segue il cammino della Nazionale Italiana verso l’Europeo. (Inews24)

È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni perché ci sono ancora molte cose che voglio fare. (fcinter1908)

Grazie Gianluca, anche e soprattutto a nome di coloro che, come te, hanno accanto questo orribile compagno di viaggio Ti potrebbe interessare> > > “La terra dei fuochi”: il nesso tra i roghi e i tumori. Gianluca Vialli la sua partita più difficile. (Ck12 Giornale)

“Sono stato un giocatore e un uomo forte ma anche fragile e penso che qualcuno possa essersi riconosciuto. Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, ma devo andare avanti, viaggiare a testa bassa senza mollare mai, sperando che si stanchi e mi lasci vivere ancora per tanti anni. (IlNapolista)

A quattro anni dalla scoperta del tumore al pancreas, Gianluca Vialli è ripartito dalla Nazionale del suo amico Roberto Mancini che l’ha voluto nel suo team come capo delegazione. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano” (Il Riformista)