Migranti, detenzione, rimpatri: quanta leggerezza sui diritti

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I rimpatri sono il tallone d’Achille delle politiche di contrasto dell’immigrazione irregolare: nell’UE nel 2024 soltanto il 30% dei migranti colpiti da un ordine di espulsione, a loro volta una modesta frazione dell’immigrazione indesiderata, sono stati effettivamente rimpatriati. Nel nuovo Patto sull’Immigrazione e l’Asilo (bozza del settembre 2023) il termine “ritorni” era citato 93 volte: un’autentica ossessione per i decisori europei. (Avvenire)
Su altri giornali
È il primo effetto del decreto legge del 28 marzo, che modifica il trattato Italia-Albania, istituendo di fatto la possibilità di trasferire oltre Adriatico non solo i migranti respinti in mare, non ancora approdati in Italia, ma anche quelli già sottoposti a espulsione e detenuti nei Cpr in attesa del rimpatrio. (L'Eco di Bergamo)
Non sono serviti per i richiedenti asilo intercettati in mare, procedura illegittima per i giudici italiani: i centri per migranti in Albania divengono così dei CPR (centri di permanenza per il rimpatrio) di chi ha ricevuto un ordine di espulsione. (RaiNews)

La giustizia, come scritto in tutte le aule giudiziarie, dovrebbe essere uguale per tutti. (il manifesto)
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