«Un autre monde», un grande film chiude il concorso di Venezia

Aperto da una serie di fotografie che ritraggono la famiglia del protagonista, il film inizia spingendo subito sull’acceleratore dell’emotività e sarà così fino alla conclusione.

Un film che merita di entrare nel palmarès, che verrà annunciato nella serata di sabato 11 settembre.

Seguito di «On the Job» del 2013, con quel film ha in comune la lunga durata (questo nuovo lungometraggio dura circa tre ore e mezza) e una forte denuncia socio-politica

On the Job: the Missing 8. (Il Sole 24 ORE)

Ne parlano anche altri giornali

Un conflitto che si rapprende sul volto di Vincent Lindon, interprete straordinario che rende verosimile ogni sfumatura della vita di Philippe. Il resto lo fa Brizé stesso, capace di confezionare sequenze poetiche e delicatissime, affidandosi alla musica e al linguaggio corporeo degli attori (ScreenWEEK - Cinema e Serie TV)

La regia è semplice, senza fronzoli, e si concentra sui personaggi e sugli attori, venendo ripagata da un’ottima prova del cast. Un autre monde è un film classico ma al tempo stesso originale, che riesce a trovare un angolo nuovo e interessante per fare una critica sociale antica ma, purtroppo, sempre attuale (NonSoloCinema)

Nell’arco di questi tre film ha esplorato in modo pungente le contraddizioni tra il freddo mondo del mercato e il desiderio dei singoli di mantenere la propria umanità e la propria integrità: con Un autre monde Brizé conferma, in modo definitivo, l’eleganza e l’intelligenza del suo cinema sociale. (BadTaste.it)

Brizé sbircia su queste riunioni, segue le dinamiche di un carrozzone che non può essere battuto, all’interno di un ecosistema ostile. E qui Un autre monde dà il meglio, riesce a cavare qualcosa in più rispetto agli incontri asettici ora coi capoccia, ora con chi rappresenta i lavoratori. (Cineblog)

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi 4.5 Il voto al film è a cura di Simone Emiliani Sending Il voto dei lettori 5 (2 voti) Il passato felice resta solo in quella parete sul muro, con le foto sulla parete che aprono Un autre monde. (Sentieri Selvaggi)

Nel tratteggiare il processo decisionale, il film mostra come il protagonista è capace di recuperare umanità, dignità come pure un modo per ricongiungersi alla sua famiglia. Il regista Stéphane Brizé conclude la sua trilogia cinematografica sulla condizione lavorativa e sociale in Francia, in Europa, coniugando una forte carica di denuncia con un meraviglioso messaggio di speranza”. (cinematografo.it)