"Inferno Cpr": presentato un progetto di ricerca coordinato da Ca' Foscari

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Il cambiamento di status dei centri in Albania Non sono serviti per i richiedenti asilo intercettati in mare, procedura illegittima per i giudici italiani: i centri per migranti in Albania divengono così dei CPR (centri di permanenza per il rimpatrio) di chi ha ricevuto un ordine di espulsione. Il progetto sembra avere l'approvazione europea, ma un'analisi dell'Università Cà Foscari di Venezia mostra i limiti di queste strutture, dove vengono trattenute anche persone che non è possibile rimpatriare per motivi pratici, legali o umanitari. (RaiNews)
Se ne è parlato anche su altri giornali
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È il primo effetto del decreto legge del 28 marzo, che modifica il trattato Italia-Albania, istituendo di fatto la possibilità di trasferire oltre Adriatico non solo i migranti respinti in mare, non ancora approdati in Italia, ma anche quelli già sottoposti a espulsione e detenuti nei Cpr in attesa del rimpatrio. (L'Eco di Bergamo)

Accanto alle misure che colpiscono più direttamente, comprimendoli, taluni diritti fondamentali dei migranti (come la libertà personale e il diritto d’asilo) esistono altre misure che potremmo chiamare di contorno, volte a rendere oltremodo difficile la vita dei migranti che vogliano e, per qualche congiuntura favorevole, riescano a far valere i propri diritti dinnanzi a un giudice. (il manifesto)
Nel nuovo Patto sull’Immigrazione e l’Asilo (bozza del settembre 2023) il termine “ritorni” era citato 93 volte: un’autentica ossessione per i decisori europei. (Avvenire)