Chi c'era a Mar-a-Lago con Meloni: l'avvocato Dershowitz. «Al documentario la vostra premier era interessata»

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Corriere della Sera INTERNO

NEW YORK L’avvocato e professore emerito di Harvard Alan Dershowitz, che difese il presidente Trump nel primo processo per impeachment, era sul palco nel salone di Mar-a-Lago per parlare del docufilm The Eastman Dilemma, quando Trump e Meloni, dopo il colloquio al piano di sopra, si sono seduti vicini tra il pubblico. È un film sugli abusi del sistema giudiziario contro gli avvocati conservatori. È positivo che Meloni lo abbia visto? «Sì, è molto importante, perché il film riguarda gli abusi della giustizia in tutto il mondo e ci si muove sempre di più verso quello che chiamo lawfare, termine che ho inventato molti anni fa: è un concetto molto pericoloso, usato da regimi repressivi per anni, Stalin nell’Urss, dittatori sudamericani, Mussolini ovviamente, per servirsi del sistema legale a scopi politici di parte. (Corriere della Sera)

Su altri media

La premier italiana ha fatto una visita lampo in Florida per discutere di Ucraina, gas, dazi e Nato, ma soprattutto del caso di Cecilia Sala, spingendo... Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Non sappiamo naturalmente cosa si siano esattamente detti Donald Trump e Giorgia Meloni e dobbiamo dunque basarci su quel che è emerso dalle principali fonti di informazione. Nei giorni scorsi, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano ed esponente della destra bluette neoliberale, è volata negli Stati Uniti d'America per incontrarsi con Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo. (Il Giornale d'Italia)

Se qualcuno aveva immaginato un cipiglio di autonomia politica nel viaggio lampo di Meloni da Trump rimarrà deluso, anche perché la sostanza profonda di quel viaggio non sembra essere stata la liberazione della giornalista Cecilia Sala sequestrata in Iran, tutt’al più l’occasione, nonostante la versione interessata arrivata da Mar-a- Lago di una presunta “aggressività” rappresentata dalla premier italiana sulla grave vicenda. (il manifesto)

Ciak, buona la prima. Le premesse e le promesse sono ottime, la visita lampo di Giorgia Meloni in Florida è un colpaccio di diplomazia e comunicazione, Donald Trump ha ricevuto la premier con l’attenzione riservata a un alleato chiave, con gli applausi degli invitati nella ballroom dorata del club di Mar-a-Lago, accompagnato da Marco Rubio (prossimo segretario di Stato), Mike Waltz (sarà il Consigliere per la sicurezza nazionale) e Scott Bessent (andrà al Tesoro), con loro anche Tilman Fertitta (sarà lui l’ambasciatore americano a Roma). (Liberoquotidiano.it)

Invece un’investitura la incassa lei: «Sei un riferimento, una vera leader in Europa» la omaggia Trump con i suoi nella sala della residenza dedicata alle cerimonie. Un blitz per sparigliare le carte. (ilmattino.it)

I tempi dello scambio, l'attitudine alla trattativa e, non ultima, l'assonanza politica. Anche perché - vista la complessità e dunque le tempistiche del caso - sarà lui l'ago della bilancia di un negoziato destinato a dipanarsi tra Roma, Washington e Teheran. (il Giornale)