Accordo Usa-Regno Unito sui dazi: il 10% diventa la nuova soglia, ma Londra ci rimette





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Redazione Esteri
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Se c’era un paese che poteva aspettarsi condizioni favorevoli negli scambi con gli Stati Uniti, quello era il Regno Unito. Con un deficit commerciale rilevante, un’importazione massiccia di prodotti manifatturieri americani e un premier, Boris Johnson, apprezzato da Donald Trump, Londra sembrava in pole position per ottenere un accordo vantaggioso. Eppure, l’intesa annunciata l’8 maggio si è rivelata tutt’altro che generosa: le esportazioni britanniche verso gli Usa dovranno affrontare dazi minimi del 10%, contro una media inferiore al 2% nel 2023. Solo acciaio e motori a reazione restano esclusi dalla stretta.
L’unico vero vincitore: Jaguar Land Rover
La mossa di Trump, che ha abbassato dal 25% al 10% i dazi sulle auto britanniche, ha offerto uno spiraglio alle case automobilistiche di lusso, in particolare a Jaguar Land Rover. Per il colosso controllato da Tata, che negli Stati Uniti realizza il 32% delle vendite globali (128.988 vetture nell’ultimo esercizio), la riduzione era quasi vitale. Senza di essa, alcuni modelli di Range Rover avrebbero subito rincari fino a 27.000 dollari, mentre le esportazioni di Jaguar verso gli Usa erano già state sospese temporaneamente. Anche altri marchi, come Aston Martin, Bentley e Rolls-Royce, beneficeranno della misura, ma per JLR il rischio era concreto: il gruppo aveva già bloccato tutte le spedizioni oltreoceano fino al 4 maggio.
Un miglioramento relativo