I fedelissimi di Donald Trump fanno man bassa di primarie locali

Corriere della Sera ESTERI

Dal governatore della Florida Ron DeSantis al suo ex vice Mike Pence, ieri i possibili sfidanti di Trump sono stati costretti a spalleggiare Trump mostrandosi solidali con lui.

Benché poco pubblicizzato perché mediaticamente di scarso impatto, il dato più inquietante dell’attuale stagione politica riguarda il gran numero di funzionari fedelissimi di Trump che si stanno imponendo nelle primarie, da un capo all’altro dell’America. (Corriere della Sera)

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Una mossa forse obbligata, dato che bloccare la richiesta del Dipartimento potrebbe lasciar intendere che Trump ha davvero qualcosa da nascondere. Diversa è la versione di Donald Trump, secondo cui il Bureau potrebbe aver lasciato qualche prova sul posto, supportati dai "Democratici che disperatamente non vogliono che io mi candidi alla presidenza nel 2024". (Milano Finanza)

In una breve conferenza stampa, Garland – duramente attaccato nei giorni scorsi da Trump e da tutto il partito repubblicano – ha dichiarato di aver autorizzato personalmente il raid dopo il fallimento di tentativi “meno invadenti” di recuperare documenti illegalmente prelevati da Trump quando era alla Casa Bianca (L'HuffPost)

Il Washington Post ha citato fonti riservate che hanno familiarità con il lavoro del Federal Bureau of Investigation. Il tycoon ha inoltre definito “non americana, ingiustificata e non necessaria” la perquisizione, intimando: “Rilasciare i documenti ora!”. (Virgilio Notizie)