Violenze di Capodanno, aumentano i casi: la scoperta della studentessa
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Man mano che passano i giorni, le indagini sulle violenze di Capodanno prendono forma. È trascorsa una settimana dalla denuncia pubblica di Laura Barbier, la studentessa belga di 20 anni che per la prima volta ha parlato ai media del suo Paese lo scorso 5 gennaio in merito alle violenze subite la notte del 31 dicembre in piazza Duomo a Milano. Ci sono voluti altri 7 giorni affinché altre donne avessero il coraggio di fare lo stesso passo che ha fatto Laura, mettendoci la faccia, per denunciare le aggressioni sessuali. (il Giornale)
La notizia riportata su altri media
La studentessa di Liegi, Laura Barbier, unica a denunciare formalmente finora, ha confermato oggi davanti agli inquirenti belgi e a due agenti milanesi presenti in trasferta la violenza subita, fornendo un racconto dettagliato. (Mitomorrow)
Fino a pochi giorni fa quasi nessuno, in Italia ma anche in Europa, aveva mai sentito espressioni come Taharrush Gamea (o Taharrush Jama’i) e Taharrush Jinsi, che si possono tradurre – rispettivamente – come molestie di gruppo e molestie sessuali. (ilmessaggero.it)
La Procura di Milano indaga su cinque violenze sessuali avvenute in piazza Duomo a Milano la notte di Capodanno. (Fanpage.it)
Sulla vicenda, su cui indaga la Squadra mobile coordinata dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, sarebbero emersi cinque casi di abusi commessi da giovani italiani con origini nordafricane e stranieri nelle forme della molestia collettiva del «taharrush gamea» nella notte di Capodanno in piazza Duomo. (Corriere Milano)
E Nicola Palma Una telecamera ha ripreso, dall’alto, il momento esatto in cui le giovani turiste belghe a Milano per festeggiare il Capodanno avrebbero subito molestie all’incrocio tra piazza Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele II, una decina di minuti dopo la mezzanotte. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Piazza Duomo, a Milano, come la Mecca, in Arabia Saudita. Chilometri di distanza, e non solo geografica, ma legate dallo stesso drammatico comune denominatore, ovvero le molestie collettive contro le donne, la cosiddetta “taharrush gamea”. (Liberoquotidiano.it)