Covid, muore in reparto con infermiera non vaccinata: Ordine indaga

Adnkronos SALUTE

"Ci interessa fare chiarezza sulla dinamica di quanto accaduto - afferma Massai - e siamo vicini alla famiglia della signora deceduta.

Stiamo cercando di capire perché l'infermiera non avesse effettuato la vaccinazione"

A Pistoia una 90enne muore di Covid in ospedale, ricoverata in un reparto in cui lavorava anche un'infermiera non vaccinata.

La donna è morta in ospedale a Pistoia - si legge in una nota dell'Opi - dopo essere risultata positiva a Covid-19. (Adnkronos)

Ne parlano anche altre testate

«Mia mamma – spiega il figlio al quotidiano Il Tirreno – aveva subito un intervento per la frattura di un femore. Quello che ha aggravato fino all’estremo è stata la polmonite da Covid, come mi hanno detto i medici» (Edizione Napoli)

«Una situazione già di difficoltà - come spiega Pierluigi Benvenuto, Cgil Sanità di Pordenone - nella copertura degli organici potrebbe ulteriormente. L’avvicinarsi della scadenza di Quota 100 potrebbe, entro la fine di quest’anno, spingere alla fuga diversi lavoratori, in particolare nel settore pubblico. (ilgazzettino.it)

Coi provvedimenti di ieri, sono 116 gli infermieri sospesi dall’Ordine di Pordenone. Giovedì il Dipartimento di prevenzione dell’Asfo ha emesso un atto di accertamento dell’inosservanza dell’obbligo vaccinale per altri 151 operatori sanitari residenti nel Pordenonese. (Il Messaggero Veneto)

Come lei altri quattro pazienti del San Jacopo di Pistoia hanno dovuto fare i conti con la scelta dell’operatore sanitario. Basta con le false verità: che non fa nulla, che i vaccini non servono, che è tutto un gioco di interessi. (Quotidiano di Sicilia)

L’anziana è morta qualche giorno fa e il figlio Fabrizio ha affidato ai social e ai giornali il suo dolore. Basta dire che i vaccini non servono – continua l’uomo – E dire ‘il virus non esiste, non fa nulla’, non è un’opinione: è falso (Il Fatto Quotidiano)

“La necessità di garantire al personale sanitario il rispetto dell’orario di lavoro stabilito dalla legge 161 del 2014, vero e proprio miraggio in molte strutture sanitarie regionali, e quella di assicurare ai cittadini servizi sanitari di qualità presuppone quindi nuove assunzioni di infermieri” -conclude l’esponente di Fratelli d’Italia-“ rinvigorendo gli organici di un comparto, quello delle professioni infermieristiche, per anni sottodimensionato e caratterizzato da vaste sacche di precariato” (Basilicata24)