Emergenza Etiopia: "Nel Tigray, 33 mila bambini rischiano la morte per malnutrizione"

La Repubblica ESTERI

Senza l'accesso umanitario per aumentare la nostra risposta, si stima che 33 mila bambini gravemente malnutriti nelle aree attualmente inaccessibili del Tigray sono ad alto rischio di morte

Sono 350 mila le persone che soffrono per fame nel Tigray in Etiopia.

La capacità della gente del Tigray di accedere a servizi vitali e del Wfp di raggiungere queste persone con assistenza alimentare è essenziale per evitare una catastrofe. (La Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

E non lo dicono i nemici del governo di Addis Abeba (che pure nega l'emergenza: «Il cibo in Tigray non manca») ma 18 agenzie e organismi internazionali dentro e fuori l'Onu. E questa volta non sono la siccità o le cavallette, non è l'Etiopia del 1984, non ci sono popstar a organizzare un nuovo Live Aid. (Corriere della Sera)

Il malcontento della leadership del Tigray monta fino a sfociare in un’escalation di violenza che culmina nella guerra. Quei dialoghi di pace prevedono delle concessioni territoriali fatte sia alla regione di Amhara, a sud del Tigray, sia all’Eritrea stessa. (L'HuffPost)

Ma nell’arsenale delle persecuzioni ideate dai mangiapopoli c’è un altro utilizzo ancor più subdolo e criminale: rendere la fame il metodo più efficace, silenzioso e economico per annientare una etnia, un popolo, un gruppo che disturba, si ribella, che deve pagare una pena definitiva e di massa. (La Stampa)

Secondo l’ultimo rapporto Ipc (Integrated phase classification), pubblicato ieri, sulla sicurezza alimentare 350 mila persone soffrono già la fame e rischiano la vita, mentre 4 milioni sono in situazione grave, su una popolazione di poco più di 5,5 milioni di abitanti. (Vatican News)

L’hanno raccontato in un briefing con giornalisti italiani (dove era presente il Corriere) due operatori di Medici Senza Frontiere appena rientrati dopo mesi in missione. Sul terreno, dopo mesi passati in loco a coordinare i progetti Msf tra Axum e Adua, Marco Sandrone dice al Corriere che negli ultimi mesi non ha visto alcun segnale di apertura (Corriere della Sera)

Il mondo resta a guardare. Intanto il governo etiope ha rimandato a fine giugno le elezioni legislative, escludendo dal voto la regione del Tigray. E quella che nel 2018 appariva come una “pacifica” transizione democratica dopo decenni di governi autoritari, si è complicata. (ISPI)