Secondo corteo partito dallo stadio, un centinaio di manifestanti: «Siamo qui contro il razzismo» (Foto)

Cronache Maceratesi INTERNO

Erano attesi tanto che il primo corteo è stato fermato poco dopo la partenza per attenderli.

Provengono da diverse parti d’Italia e i cori e gli striscioni che li accompagnano chiedono lo stop al razzismo.

Sono oltre un centinaio i manifestanti giunti poco prima delle 16 al parcheggio del Polisportivo.

Il secondo corteo è arrivato solo quando la prima manifestazione era praticamente ormai finita in rappresentanza del coordinamento antirazzismo italiano

Secondo corteo partito dallo stadio,. (Cronache Maceratesi)

Ne parlano anche altre testate

Durerà poco affinché la morte di Alika verrà dimenticata e farà spazio a nuovi sensazionalismi e storture di campagna elettorale. Magari verrà risolto il fatto, ma non verrà trovata una soluzione al problema. (AndriaLive)

Insieme a lei, accompagnata dal legale della famiglia, Francesco Mantella, due dei sei fratelli di Alika. In testa al ‘serpentone’ anche la moglie di Alika, Charity Oriakhi: “Mio marito era una persona buona e tranquilla con tutti, giocava e salutava tutti. (Il Fatto Quotidiano)

un centinaio di manifestanti:. (foto di Andrea Petinari). (Cronache Maceratesi)

Soccorso da un’ambulanza della Rho Soccorso e da un’automedica, il ferito, dopo le prime cure, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda di Milano. Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2022 – 19:45. (MI-LORENTEGGIO.COM – LE ULTIME NOTIZIE DI CRONACA, POLITICA, ANNUNCI, SPORT, FOTO E VIDEO DI MILANO E LA LOMBARDIA)

– ripetono a squarcia voce i manifestanti – giustizia per Alika” raggiunge piazza XX Settembre ed è qui che si accavallano le voci e i protagonisti del sabato civitanovese. Infine, il fratello di Alika, Ewere Wisdom: «Vogliamo giustizia e che il governo italiano ci dia il tempo per fare tutto il necessario prima di seppellire Alika. (Vivere Civitanova)

Viene, a un certo punto, da pensare male: non fosse stato un nigeriano? Tra i due ci sarebbe stato prima un diverbio, finito poi con i colpi ripetuti di stampella che hanno ridotto senza vita lo straniero”. (Oggi Treviso)