Apple chiede ai fornitori di Taiwan di utilizzare l'etichetta "Made in China"

Today.it ESTERI

Il colosso di Cupertino ha chiesto ai suoi fornitori a Taiwan di menzionare la Cina nelle indicazioni di provenienza di chip e componenti destinati alla produzione di iPhone e altri articoli, specificando dunque "made in Taiwan, China" o "made in Taipei, China".

Il gigante di Cupertino teme quindi che l'etichetta "made in Taiwan" possa portare a ritardi, multe e persino al rifiuto di un'intera spedizione del prodotto, a seguito dei controlli più rigida alla frontiera. (Today.it)

Ne parlano anche altri giornali

Taiwan non ha mai riconosciuto né è mai stata soggetta alla Repubblica popolare cinese, istituita da Mao Zedong nel 1949. Checché ne dica la propaganda del Partito comunista cinese, il problema della crisi taiwanese non risiede nella visita di Nancy Pelosi in sé. (Panorama)

Considerato che la notizia era diventata pubblica, era esattamente la cosa giusta da fare», dice Leon Panetta, ex capo della Cia e poi del Pentagono. Anziché aggravarle, penso sia meglio chiarire che continueremo la nostra politica dell’Unica Cina e allo stesso tempo ad appoggiare Taiwan». (Corriere della Sera)

Nel terzo giorno di esercitazioni militari su vasta scala intorno all’isola, la Cina sta simulando un vero e proprio attacco contro Taiwan. “Gli Stati Uniti devono pagare caro per tutte le fonti di problemi create da lei, ovunque sia andata”, tuonano i nordcoreani. (Il Fatto Quotidiano)

Taiwan: Cina cerca di destabilizzarci. Gli aerei e le navi da guerra cinesi, spiegano le autorità taiwanesi, hanno attraversato la linea mediana dello Stretto in una continua dimostrazione di forza mirata a destabilizzare. (Il Sole 24 ORE)

Nel frattempo, le esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan vanno avanti Wu ha condannato Pechino per aver esteso le sue esercitazioni militari intorno all'isola. (L'Unione Sarda.it)

“Non ci sentiamo l’Ucraina dell’Asia, perché non c’è nessun interesse a scatenare una guerra adesso”. A parlare da Taipei al Sir è un missionario italiano che da 30 anni vive e opera nella capitale di Taiwan (Servizio Informazione Religiosa)