Si è spento a 57 anni Giuseppe Nicolini, segretario del Pd di Borgonovo

Libertà INTERNO

Il segretario provinciale del Pd Silvio Bisotti dice di averne apprezzato “le doti di lealtà, concretezza, schiettezza e la sua straordinaria passione per il suo paese e la politica”.

Il Partito Democratico piange Giuseppe Nicolini, segretario della sezione di Borgonovo spentosi a soli 57 anni.

Nicolini lascia la moglie Mariarosa e i figli Davide e Roberto

Malato da tempo Nicolini ha continuato fino a poche settimane fa a condurre i preparativi in vista dell’avvio della campagna elettorale che in autunno porterà all’elezione del nuovo sindaco di Borgonovo. (Libertà)

La notizia riportata su altre testate

Viviamo Vigonovo è una lista che raggruppa «un nutrito gruppo di cittadini che hanno scelto di impegnarsi, confrontarsi e lavorare per dare a Vigonovo una vera alternativa civica, slegata dalle appartenenze ai partiti». (la Nuova di Venezia)

Rischiano di far saltare l'alleanza (più evocata che praticata) tra Pd e M5S. Senza votanti alle primarie e senza la prospettiva dell'alleanza. (ilmessaggero.it)

E il Comune, “considerato l’inevitabile danno subito, intende costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale” sulle lettere anonime ricevute dal suo vice Nicola Lodi e dai consiglieri Luca Caprini e Francesca Savini? (Estense.com)

Faremo poi il punto sulla situazione in Calabria e a Bologna, dove l’ex premier ha ufficializzato l’appoggio a Matteo Lepore. Cercheremo infine di capire proprio cosa intenda fare il Movimento 5 Stelle nel caso si vada ai ballottaggi con il Pd. (Il Fatto Quotidiano)

A sentire il 'padre' delle primarie, Arturo Parisi, il crollo dell'affluenza a Torino - e i timori per un rischio analogo a Bologna e Roma - non è imputabile al tramonto di uno strumento di partecipazione come quello dei gazebo. (Adnkronos)

Insomma, i numeri indicano un franco flop non tanto rispetto alla normalità pre Covid - sarebbe ingeneroso il paragone - ma rispetto alle previsioni degli stessi candidati. Il Covid, i candidati, l’usura dello strumento primarie: di fattori di giustificazione ce ne sono e ce ne potranno essere tanti, ma la sensazione è che Torino rischia di essere un paradigma della crisi: non dello strumento primarie, ma di come esso è utilizzato, ovvero come prosecuzione della lotta tra correnti con altri mezzi. (L'HuffPost)