Bollettino coronavirus: zero decessi e +40 nuovi casi. Sale il numero dei ricoveri in terapia intensiva

TrentoToday INTERNO

Tornando ai nuovi contagi, 27 sono stati individuati dal molecolare e 13 dall’antigenico.

Sale il numero dei pazienti in terapia intensiva che arriva a 53 su un totale di 236 persone ricoverate in ospedale.

Il report sull'andamento del contagio da coronavirus in Trentino registra per il lunedì di Pasquetta ha registrato zero decessi e + 40 nuovi contagi.

Fino a martedì 6 aprile, però, per il periodo pasquale la provincia autonoma di Trento come tutto il resto di Italia sarà in zona rossa

Domenica 4 aprile sono stati registrati 8 nuovi ricoveri e 6 dimissioni. (TrentoToday)

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E dopo tre giorni senza vittime, si registrano purtroppo due decessi: si tratta di due donne, di 83 e 96 anni. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 258 nuovi casi e Modena (179); poi Reggio Emilia (108), Cesena (71), Ravenna (43), Piacenza (41), Forlì (33), Rimini (22). (piacenzasera.it)

L'unico report valido rimane dunue quello di stamattina con due nuovi decessi per un totale di 1.699 morti dall'inizio della pandemia, mentre i guariti raggiungono quota 68.766. In area non critica ci sono invece: 77 ricoverati a Vittorio Veneto, 61 al Ca' Foncello, 79 a Montebelluna, 29 al San Camillo, 3 a Motta di Livenza. (TrevisoToday)

I guariti/dimessi sono 11.520. (Prima la Martesana)

Il bollettino del 6 aprile del ministero della Salute segnala 7.767 nuovi casi di coronavirus su 112.962 tamponi effettuati in 24 ore (compresi i test antigenici). Sorpassano il 30% di posti occupati in intensiva 14 regioni (dati Agenas), fra cui Lombardia (61%), provincia autonoma di Trento (59%), Piemonte (58%), Marche (57%) e Friuli-Venezia Giulia (49%). (Sky Tg24 )

E non è l'unico, perché l'età media dei pazienti si è ulteriormente abbassata come sottolinea amaramente il dg Dal Ben: «In terapia intensiva siamo passati dai 66,7 anni del 23 marzo ai 65,3 del 30 marzo e ora siamo a 63,9 anni» (PadovaOggi)

“Si tratta di un problema che al momento non abbiamo preso in considerazione per molti motivi – spiega il dottor Cosco -, in primo luogo il fattore sicurezza, soprattutto perché qui da noi non si può totalmente distinguere il percorso ‘pulito’ dal percorso ‘sporco’, in quanto la struttura ha un percorso interamente ‘sporco’, nel senso che ci passano tutti malati, quindi sarebbe necessario provvedere con continue sanificazioni e non solo”. (CatanzaroInforma)