India e Pakistan, il conflitto non si placa nonostante gli appelli alla de-escalation





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Redazione Esteri
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Nuova Delhi ha rinnovato le accuse a Islamabad, sostenendo che il Pakistan abbia lanciato una nuova serie di attacchi nel Kashmir indiano, nonostante i ripetuti inviti della comunità internazionale a ridurre le tensioni. Le esplosioni udite a Samba, accompagnate da un blackout totale in diverse aree della regione, confermano un’escalation che sembra ignorare ogni tentativo di mediazione.
Secondo fonti della Difesa indiana, droni pakistani sono stati avvistati non solo nel Kashmir amministrato dall’India, ma anche a Pathankot, nello Stato del Punjab, segnando un’estensione geografica del conflitto. L’aeroporto di Srinagar, già sotto stretta sorveglianza, ha registrato esplosioni nelle vicinanze, alimentando il timore di un ulteriore inasprimento.
Le radici di questa nuova ondata di violenze risalgono al massacro di turisti avvenuto il 22 aprile a Pahalgam, nel Kashmir controllato dall’India, per il quale Nuova Delhi ha puntato il dito contro Islamabad, accusandolo di sostegno al terrorismo. Il Pakistan, da parte sua, ha respinto ogni accusa, ma la rappresaglia indiana – con missili lanciati su obiettivi pakistani – ha innescato una spirale di attacchi e controffensive.
A Karachi, intanto, i sostenitori del partito religioso Jamaat-e-Islami hanno dato vita a una manifestazione anti-India, bruciando la bandiera indiana in segno di protesta. La piazza riflette l’ondata di nazionalismo che attraversa il Pakistan, mentre il bilancio delle vittime nella regione contesa del Kashmir supera ormai la cinquantina.