Sanità al collasso in Sicilia
Articolo Precedente
Articolo Successivo
La sanità in Sicilia è in una situazione critica, con le opposizioni che non lasciano tregua e i giudizi impietosi che piovono sul governo Schifani. Le visite non annunciate dei parlamentari nazionali e regionali nei nosocomi siciliani, esercitando il diritto di ispezione istituzionale, hanno messo in luce un quadro desolante: le attese ai Pronto Soccorso sono infinite, con pazienti che possono rimanere giorni interi sulle barelle, fino a morirci. Dal caso Papardo al blitz a Villa-Sofia, emerge un sistema sanitario pubblico al collasso.
Il "viaggio" del Partito Democratico negli ospedali siciliani ha evidenziato una cronica carenza di personale, con due sale operatorie di cardiochirurgia chiuse da circa due mesi al Papardo di Messina, sotto sequestro per un'indagine sulle morti sospette. La deputata nazionale Maria Stefania Marino, in visita all'ospedale di Sant'Agata Militello, ha annotato una lunga lista di criticità: sovraffollamento del pronto soccorso, difficoltà in tutti i reparti per la diffusa carenza di medici, chiusura di cardiologia, mancata attivazione della stroke unit e la storica ferita del punto nascita cancellato, che limitano l'offerta sanitaria per oltre 80 mila residenti dei Nebrodi.
Le cliniche private siciliane sono ora sotto accusa, con la lente d'ingrandimento di politica, sindacati e istituzioni puntata su di esse. Durante un vertice sui reparti di ortopedia del Palermitano, è emerso che a dicembre scorso, a causa dell'esaurimento del budget annuale, sono stati chiusi posti letto, aggravando ulteriormente la situazione.
In questo contesto, l'appello a cambiare rotta nelle politiche sanitarie è forte e chiaro, con la necessità di affrontare le criticità strutturali e organizzative che affliggono il sistema sanitario siciliano.