Malagò a fine impero: “Mi inchino alla legge”. Scontro sulla successione alla presidenza del Coni

Malagò a fine impero: “Mi inchino alla legge”. Scontro sulla successione alla presidenza del Coni
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
la Repubblica SPORT

Alla fine si è arreso: “Mi inchino alla legge”. Giovanni Malagò abbandona la partita per la rielezione a presidente del Coni, carica che ricopre dal 2013. Ha atteso una riforma del limite dei tre mandati che gli permettesse di restare in sella ancora per quattro anni. Si sarebbe accontentato pure di una irrituale proroga per arrivare almeno alle Olimpiadi di Milano-Cortina, febbraio 2026. Ma le p… (la Repubblica)

Su altri giornali

Per ora è ancora membro del Comitato olimpico internazionale e c'è chi scommette - anche se lui sorride e smentisce - su un suo ruolo dirigenziale nella Roma, considerati i suoi rapporti con i Friedkin. (il Giornale)

“Non volevo un altro incarico, ma chiudere un percorso”, ha detto nel suo discorso di commiato, criticando duramente la politica. Nonostante i successi ottenuti e i conti in ordine, Malagò lascia tra amarezza e orgoglio, rivendicando il lavoro fatto. (Sportando)

Giovanni Malagò sarà il king maker di maggioranza (la sua, non quella governativa) delle elezioni che designeranno il suo successore il prossimo 26 giugno. Sarà ancora Malagò-Resto del Mondo? La domanda è paradossale, ma ieri pomeriggio, quando nel Salone d’Onore del Coni il presidente uscente ha firmato degli orgogliosi e polemici saluti per il suo mandato che è ormai agli sgoccioli si è avuta una sensazione: la partita del dirigente romano dentro queste stanze e questi palazzi non è del tutto chiusa. (Domani)

Malagò via dal Coni senza endorsement: la sua era non è ancora finita

ROMA (ITALPRESS) – Non ha ancora espresso la sua preferenza verso un possibile successore, ma Giovanni Malagò al termine del suo ultimo Consiglio nazionale da presidente del Coni ha colto l’occasione per tracciare un bilancio fatto di “risultati sportivi straordinari” e per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. (Il Quotidiano del Sud)

Un rapporto di amicizia che negli anni si è guastato, quello fra il ministro Andrea Abodi e Giovanni Malagò. E pensare che quando Abodi fu insediato al Ministero (lui puntava al posto di ad di Milano-Cortina poi Giorgia Meloni gli chiese di occuparsi dello sport), Malagò organizzò una cena a casa proprio per lui. (la Repubblica)

«Mi sono goduto la standing ovation, anche se non del tutto – ha dichiarato – perché ero concentrato sulla gara. (Napolipiu.com)