M5s, il senso di una fine | L'editoriale di Antonio Polito

Corriere della Sera INTERNO

Con l’aggravante che mai, durante queste settimane, si è avuta la sensazione di un vero, sincero, nobile dibattito di politica estera.

Neanche Conte poteva, con una risoluzione parlamentare, sospendere unilateralmente l’aiuto militare all’Ucraina aggredita.

Solo una politica democratica a sua volta radicale, nelle idee e nelle proposte, può sconfiggere l’ondata del radicalismo che Putin auspica, sollecita e provoca

Ha finito con il perdere una sessantina dei suoi parlamentari, senza peraltro ottenere nessun cambio di linea in politica estera. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

«Non esiste separazione definitiva fino a quando c’è il ricordo», Isabelle Allende. Oggi il primo partito rappresentato alla Camera è la Lega di Matteo Salvini con 132 Deputati, mentre il Movimento 5 Stelle passa da 227 deputati eletti nel 2018 a 105 rilevati oggi (La Stampa)

Nel partito di Giuseppe Conte si accumulano veleni e sospetti, nessuno, o quasi, ne è immune. A metà strada tra una spy story all’amatriciana e una barzelletta c’è la scissione del Movimento 5 stelle. (L'HuffPost)

Considerando che il tempo stringe visto che l’attuale legislatura terminerà a marzo 2023, appare difficile che Luigi Di Maio possa dare vita in questo breve lasso di tempo a un nuovo partito. Insieme per il Futuro, il nuovo gruppo alla Camera dei dimaiani, sarà presente alle prossime elezioni politiche? (Money.it)

Per loro, il “saluto” cortese e allo stesso tempo incalzante di Gianluca Castaldi, senatore e coordinatore del M5S Abruzzo: “Ringrazio Gianluca Vacca, Daniele Del Grosso e Primo De Nicola per il lavoro svolto come cittadini portavoce abruzzesi del MoVimento – Gli effetti della scissione di Luigi Di Maio dal M5S si fanno sentire anche in Abruzzo. (Il Capoluogo)

Di Maio non ha evidentemente mai accettato la leadership del presidente Conte, ha preparato questo percorso e finalmente ieri c’è stata quantomeno chiarezza. (Radio Capital)

In ogni caso, contabilmente parlando, siamo ancora lontani dalla precedente legislatura che, dati Openpolis alla mano, si era chiusa con ben 569 cambi di casacca (contro i 394 contando il gruppo Di Maio). (Il Fatto Quotidiano)