Sciopero generale 26 maggio: ecco chi si ferma e quando

LA NAZIONE INTERNO

– Disagi in vista per la giornata di venerdì 26 maggio. Il sindacato Usb ha proclamato uno sciopero generale di 24 ore in tutti i settori, pubblici e privati. A Firenze è previsto anche un presidio, a partire dalle 10, davanti alla Ragioneria territoriale dello Stato in via Verdi. La protesta è stata proclamata per chiedere la stabilizzazione dei precari, un aumento di 300 euro in busta paga a tutti i lavoratori, 32 ore di lavoro a parità di salario, l'età pensionabile a 62 anni e 1.000 euro al mese per le pensioni minime. (LA NAZIONE)

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Sciopero generale venerdì 26 maggio: diversi servizi a rischio in tutta Italia, dai trasporti alla scuola, passando per la sanità. Non sono da escludere disagi per i trasporti cittadini e nazionali, così come per gli asili e le scuole, per gli uffici pubblici e per i servizi sanitari e ospedalieri. (Money.it)

Queste le cinque richieste chiave della protesta, che dovrebbe snodarsi in varie città italiane: 300 euro di aumento mensile netto, stabilizzazione dei precari, aumento degli organici, no a docente tutor e orientatore e all’internalizzazione dei servizi. (Tecnica della Scuola)

È quindi previsto per l'intera giornata del 26 maggio uno sciopero generale programmato dalla confederazione Usb (Unione sindacale di base) e Fisi, Federazione italiana sindacati Intercategoriali, ma le scuole potrebbero non restare chiuse. (Money.it)

L’Atm di Milano ha confermato che il servizio delle linee di superficie (bus, filobus e tram) e metropolitane sarà garantito nella fascia mattutina fino alle 8.45 e in quella pomeridiana dalle 15 alle 18. (Il Fatto Quotidiano)

Quella di domani, venerdì 26 maggio, potrebbe essere una giornata difficile sul fronte dei trasporti, a causa dello sciopero generale dei settori pubblici e privati, a eccezione di quello aereo, proclamato da Usb. (Il Friuli)

Previsti disagi nei trasporti, coinvolta anche la scuola. «Lo sciopero rappresenta un passaggio importante per la ripresa delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia dentro un'economia di guerra, sia quella in Ucraina sia quella scatenata dal governo Meloni contro le fasce più povere e deboli», afferma la sigla sindacale, chiedendo «300 euro netti subito in busta paga». (ilmessaggero.it)