Abedini, il legale: "E' sollevato per liberazione Cecilia Sala"

Abedini, il legale: E' sollevato per liberazione Cecilia Sala
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Adnkronos INTERNO

Il legale ha avuto un colloquio con l'ingegnere iraniano nel carcere milanese di Opera: "Nessun collegamento con liberazione della giornalista" “Ha saputo della liberazione di Cecilia Sala, è rimasto soddisfatto da questo punto vista, preoccupato della sua situazione, ma sollevato di non essere più collegato direttamente alle sue condizioni”. A dirlo è Alfredo De Francesco, il legale di Mohammed Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti, al termine di un colloquio nel carcere milanese di Opera. (Adnkronos)

Ne parlano anche altri media

Milano — Braccialetto elettronico e appartamento privato, non più collegato al consolato. Resta tutta sul piano processuale, a Milano, la battaglia di Mohammad Abedini Najafabadi, per ottenere i domiciliari e poi la definitiva libertà. (La Repubblica)

“Se qualcuno poteva pensare che ci fosse un collegamento, oggi non si può più pensare". (Sky Tg24 )

Di Anna Giorgi MILANO Mohammad Abedini Najafabani il 38enne ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre scorso a Malpensa, accusato dagli Stati Uniti di aver supportato i Pasdaran di Teheran nell’acquisizione di componenti tecnologiche montate sui droni in uso al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione, “l’altra parte“ dello scambio nella complessa vicenda internazionale che due giorni fa ha visto la liberazione della reporter Cecilia Sala, al momento, resta rinchiuso nel carcere di Opera. (IL GIORNO)

Abedini si prepara all’udienza: «Sollevato per Cecilia Sala, non scappo»

Lo ha detto l'avvocato Alfredo De Francesco, uscendo dal carcere di Opera dopo un colloquio con il suo assistito Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano bloccato in Italia lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ha saputo della liberazione di Cecilia Sala e ha detto di essere «sollevato» per le sorti della giornalista, anche perché per le sue sofferenze non potrà più essere «ritenuto responsabile», ma dice anche di essere provato e «distrutto dal punto di vista umano ed emotivo», tanto da aver deciso di spegnere la tv in cella, perché «sempre accostato ad azioni di guerra» e ritenuto coinvolto nella vicenda «di quei poveri ragazzi americani che sono stati uccisi». (ilmessaggero.it)