Il Giro d’Italia parte dall’Albania, un debutto storico tra curiosità e salite

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SPORT

Tirana non aveva mai visto tante biciclette. Arianit Qenaj, diciottenne seduto sui gradini del Palazzo dei Congressi, ride con gli amici mentre osserva il viavai di atleti e organizzatori. «Non ne ho mai avuta una in vita mia», confessa, indicando i corridori che si preparano alla partenza. Per lui, come per molti albanesi, è una novità assoluta: il Giro d’Italia, per la quindicesima volta nella sua storia, ha varcato i confini nazionali, ma mai prima d’ora aveva scelto l’Albania. Non è Gerusalemme, non è Belfast, eppure qui, tra le strade di Durazzo, Tirana e Valona, si scriveranno le prime pagine dell’edizione 2025.

La corsa rosa, che si svolgerà dal 9 maggio al 1° giugno, ha già fatto parlare di sé per un primato: alla partenza ci sono cinque ex vincitori, un dato eguagliato solo nel 1935 e nel 2009. Nairo Quintana, Richard Carapaz, Egan Bernal, Jai Hindley e Primož Roglič rappresentano un concentrato di esperienza e ambizione, ma saranno le montagne albanesi a offrire i primi veri indizi sulle gerarchie. Dopo i primi settanta chilometri pianeggianti della tappa inaugurale Durazzo-Tirana, i corridori affronteranno il Gran Premio della Montagna di Gracen, con una pendenza massima dell’11%. A seguire, il circuito finale includerà la salita di Surrel, meno impegnativa ma ugualmente decisiva per chi sogna di indossare la prima maglia rosa.

L’Albania, intanto, vive il Giro con un misto di stupore e orgoglio. Se per alcuni, come Qenaj, è semplicemente «bello vedere tutta questa gente», per altri è l’occasione per scoprire un sport poco diffuso nel paese. Le autorità, dal canto loro, hanno puntato su un’organizzazione impeccabile, consapevoli del valore simbolico dell’evento. Le tre tappe previste – tra cui una cronometro e due frazioni di montagna – promettono spettacolo, ma anche sfide logistiche, considerando il tracciato vario e i collegamenti tra le città coinvolte.