Se la democrazia teme il popolo
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Che la democrazia non garantisca la bontà delle decisioni è pacifico. Il voto popolare non trasforma un errore in verità. Nessuno affiderebbe la scelta di una terapia oncologica al televoto: ci si rivolge a chi ne sa di più. Invece, in politica (che si occupa non solo di medicina, ma anche di tutto il resto che conta nella nostra vita), curiosamente, ci ostiniamo a presupporre che la maggioranza abbia sempre ragione, salvo poi indignarci quando la maggioranza vota “male”. (Nicolaporro.it)
Ne parlano anche altre testate
L’altro ieri, in Romania, il partito guidato da George Simion – espressione della destra radicale e legato al candidato presidenziale Călin Georgescu, escluso a marzo dalle elezioni – ha stravinto il primo turno delle elezioni. (Il Riformista)
Caro Direttore, le recenti elezioni in Romania e il rapporto dell'Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione in Germania che ha stabilito che il partito nazionalista e anti-migranti Alternative für Deutschland è "un'organizzazione di estrema destra" e "non compatibile con con l'ordine democratico libero", hanno aperto un importante dibattito sia sotto il profilo politico che sotto quello giuridico. (Il Gazzettino)
Il ritornello è il solito: «Democrazia? Sì, ma anche Hitler e Mussolini sono andati al potere in modo democratico». Dalla Germania alla Romania, passando per la Francia e, in certa misura, anche per l'Italia, le destre vincenti nelle urne fanno paura ovviamente alle sinistre, ma pure al potere cosiddetto costituito, al punto che si cerca in tutti i modi di fermarle e delegittimarle. (il Giornale)
Se dovessimo dar retta al pensiero mainstream, infatti, dovremmo descrivere un fenomeno quasi inspiegabile per cui una duratura lotta «per la libertà» ha finito per produrre partiti e movimenti di estrema destra che ora sono definitivamente usciti dalle fogne minoritarie in cui erano stati confinati per decenni e ambiscono a diventare governo dei rispettivi paesi. (Contropiano)
Così in Romania, dopo aver annullato le elezioni vinte al primo turno dall’euroscettico Georgescu, capita che il suo ologramma Simion approdi al ballottaggio con un consenso ancora più largo. Intanto nella Germania locomotiva (ingolfata) d’Europa, che punta a riarmarsi fino ai denti con un piano da mille miliardi di euro, finisce nel mirino dei servizi segreti il partito di estrema destra dell’Afd che ha sfondato il muro del 20% alle ultime elezioni perché sarebbe incompatibile con la costituzione tedesca. (la notizia)
Il matto in due mosse procede, in primis, attraverso un processo di diffamazione, in modo tale che il candidato scomodo risulti agli occhi dell’opinione pubblica indegno dell’ufficio (tipo: presidente della Repubblica, deputato, senatore, sindaco) per il quale ha concorso, o intende concorrere, con procedure democratiche. (L'Opinione delle Libertà)