Medici di famiglia, fa discutere la riforma ventilata dal ministro Schillaci
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Fa discutere, l’ipotesi ventilata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per i medici di famiglia, che da liberi professionisti convenzionati col Servizio sanitario nazionale ne diverrebbero dipendenti, per lavorare sul territorio, nelle future case di comunità. In questo modo sarebbero il primo riferimento dei cittadini rispetto alle richieste di salute. La novità dovrebbe interessare i nuovi medici di famiglia, mentre chi è già in attività continuerebbe con le attuali modalità negli studi, ma dovrà comunque mettere a disposizione della sanità territoriale, nelle strutture indicate dalle aziende sanitarie, un numero minimo di ore. (Nurse Times)
La notizia riportata su altri media
nel settembre 2021 le regioni diffondevano il documento sulla riforma della medicina territoriale che ipotizzava 4 soluzioni, propendendo per la quarta, ovvero il cosiddetto Doppio canale: Dipendenza e Accreditamento da realizzare con modifica sostanziale di ACN. (Quotidiano Sanità)
La prima è la nascita delle Aft, le aggregazioni funzionali territoriali, che da quest’anno dovrebbero trasformare radicalmente l’attività dei medici di medicina generale. Due rivoluzioni stanno creando scompiglio nel mondo dei medici e dei biologi pugliesi. (La Repubblica)
E a questo proposito il Ministro della Salute, Orazio Schillaci precisa: «Stiamo lavorando per assicurare un’adeguata presenza dei medici di famiglia nelle case di comunità in modo che gli assistiti possano sempre trovarn… (La Stampa)
E questo grazie alla nuova convenzione, che per molti aspetti diventa operativa nel 2025, attivando finalmente, per i medici di medicina generale, il ruolo unico. Cosa significa? Che non c’è più differenza, ad esempio, tra medici di famiglia e medici di continuità assistenziale. (AssoCareNews.it)
Già l’Accordo 2019-2021 andava a descrivere l’operato del medico di ruolo unico, convenzionato con il sistema sanitario nazionale, che può garantire sia attività oraria presso le sedi delle medicine di gruppo e le case di comunità che ambulatoriale con i suoi pazienti». (Corriere Romagna)
Medici di base in subbuglio per la ventilata riforma del settore, che vuole trasformarli da liberi professionisti a dipendenti del servizio sanitario nazionale. L'obiettivo da parte del governo è quello di spostarli nelle circa 1.400 case di comunità, che devono essere realizzati grazie a 7 miliardi finanziati dal Pnrr. (ilgazzettino.it)