I cento giorni di Forrest Trump
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Ci si sente in imbarazzo a ragionare, parlare, scrivere tanto spesso di Donald Trump. Ma l’uomo è inevitabile. Le sue decisioni pesano — impattano, in italiano moderno — sull’America e gli americani, in primo luogo. Ma anche sugli stupefatti canadesi e su noi europei. L’uomo non perde occasione di offenderci. Forse non pensa nemmeno le cose che dice. Ma le dice. Questo è il problema. Ho parlato, a metà novembre, a una folta delegazione del Woodrow Wilson Center, in visita a Roma (Corriere della Sera)
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Cosa accadrà nei prossimi 100 giorni del secondo mandato di Donald Trump? Per rispondere a questa domanda, abbiamo utilizzato un approccio originale: abbiamo raccolto e verificato ogni azione, dichiarazione e decisione ufficiale presa da Trump nei suoi primi 100 giorni al potere, dal 20 gennaio al 30 aprile 2025. (Primonumero)
Era l’effetto dazi, scatenato da Donald Trump il 2 aprile 2025. Dopo essere passato da 39 a 33mila punti in un paio di giorni, oggi, 8 maggio, è tornato sopra i 39mila punti. (il Giornale)
Un bilancio (economico) dei primi 100 giorni di Trump alla Casa Bianca Il 30 aprile ha segnato i 100 giorni dall’insediamento del Presidente Trump, un momento che spesso coincide con una riflessione sui primi risultati ottenuti (o meno) da un Presidente entrante. (Startmag)
Nella decisione a maggioranza la Corte ha dichiarato che “i presidenti hanno l’immunità assoluta da procedimenti penali per l’esercizio dei loro poteri esecutivi fondamentali” . La premessa giuridica è una sentenza della Corte Suprema del Giugno 2024 “Trump contro Stati Uniti” che garantisce ai presidenti una immunità totale da procedimenti penali dopo avere lasciato l’incarico. (avantionline.it)
A nascondersi dietro al culto della personalità, all’accentramento di potere, alle intimidazioni e vendette politiche, alle deportazioni extraterritoriali, all’uso sistematico della menzogna e alle altalene sui dazi, è la trasformazione dell’Ufficio Ovale in un centro di arricchimento personale senza precedenti storici. (Corriere della Sera)
Il mondo rallenta Il 2 aprile, giorno del “Liberation Day”, Donald Trump ha svelato nuovi dazi verso il resto del mondo, sostanzialmente ribaltando la posizione degli Stati Uniti: da paladini del libero commercio a uno dei paesi con il più elevato livello di dazi al mondo (anche includendo la “tregua” di 90 giorni per tutti i paesi tranne la Cina, che scadrà a metà luglio). (ISPI)