Erdogan, cooperazione con i Brics non è alternativa a Nato e Ue

Erdogan, cooperazione con i Brics non è alternativa a Nato e Ue
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Il Messaggero Veneto ESTERI

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che le "crescenti relazioni" tra Ankara e i Brics non sono un'alternativa all'impegno della Turchia nella Nato o al processo di adesione all'Unione europea (Ue). "Le crescenti relazioni del nostro Paese con i Brics non sono e non potranno mai essere un'alternativa ai nostri impegni attuali", ha detto il leader turco, citando il processo per l'adesione all'Ue, da anni congelato, e il fatto che la Turchia fa parte della Nato, durante un discorso, trasmesso dalla tv di Stato Trt, dopo una riunione di gabinetto. (Il Messaggero Veneto)

Ne parlano anche altri media

Su Xiaohui, analista del China Institute of International Studies, racconta in un'intervista a La Stampa la prospettiva di Pechino sulla piattaforma delle economie emergenti. (La Stampa)

Ed è stato perlopiù questo. La scorsa settimana si è tenuto per tre giorni a Kazan, Russia, il vertice dei cosiddetti Brics. (InvestireOggi.it)

L’altro giorno, il Presidente russo Vladimir Putin ha ospitato i leader dei Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e di nuovi membri come l’Arabia Saudita e l’Egitto per un vertice a Kazan, in Russia. (varesenews.it)

I Brics a casa di Putin: lo zar non è isolato

Nelle foto che arrivavano da Kazan, dov’era in corso il summit dei Paesi BRICS (in origine Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ora quelli più Iran, Etiopia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, con Arabia Saudita e Turchia sulla soglia), Vladimir Putin ha la faccia (ci sia perdonata l’ardita metafora) del gatto col sorcio in bocca. (Contropiano)

Vladimir Putin (Italia Oggi)

Un ricercato della Corte penale internazionale ha accolto in casa propria, fra simbolismi accuratamente selezionati, delegazioni di 36 Paesi; 8 i membri effettivi dell’organizzazione intergovernativa, oltre alla Russia, che rappresentano più del 40% della popolazione della Terra (il G7 ne raggruppa il 10%) e circa il 36% dell’economia mondiale (contro il 30% dei Sette grandi). (Avvenire)