'Ndrangheta in Toscana, 13 arresti per traffico di cocaina: c'è anche un dipendente del ministero dell'Interno

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Un'operazione che ha sgominato un'organizzazione criminale finalizzata al traffico di cocaina proveniente dal Sudamerica e legata a due cosche di 'ndrangheta.

In un'intercettazione uno dei portuali riferisce il contenuto di una minaccia ricevuta: «Se fossimo stati in Calabria ti avremmo sciolto nell’acido».

Il giorno dopo sempre nel porto sono stati sequestrati altri 164 panetti per in totale di 430 chili di cocaina. (LaC news24)

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In quella riunione, come chiarito dal pm Pasquale Addesso, si sedettero al tavolo anche alcuni "imprenditori estorti" e accettarono "di fare entrare la 'ndrangheta a cui interessava investire". Entrambi, a quanto è stato riferito, avevano già patteggiato una condanna per bancarotta. (IL GIORNO)

I clan tra l’altro si riunivano in Svizzera per aggirare il 416 bis e dunque evitare di incorrere nel reato di associazione mafiosa Le commesse di trasporto così illecitamente acquisite venivano poi spartite tra i vari affiliati consentendo a tutti lauti guadagni accresciuti, altresì, dal ricorso sistematico a false fatturazioni. (Il Reggino)

Coordina l’esercito della famiglia anche a Milano e a Gioia Tauro manda i suoi emissari per riscuotere il pizzo «con modalità asfissianti e cadenze quotidiane» Chiosano i pm: «Rocco Molè doveva seguire le orme (del padre ndr) e subire l’apparato di cui fa parte quasi per nascita e dal quale non può dissociarsi. (la Nuova di Venezia)

Il business della criminalità organizzata calabrese al Nord Italia e in Europa. L’operazione infatti è stata condotta, oltre che dalla procura distrettuale di Reggio Calabria, dalle procure distrettuali, Firenze e Milano. (Calabria 7)

La cosca Molè, monitorata per circa un paio d'anni è riuscita a portare in Italia oltre una tonnellata, peraltro nel periodo di lockdown, di cocaina”. È quanto emerge dall'inchiesta "Nuova Narcos Europea", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria (Il Lametino)

Ti chiedi se avresti potuto fare di più, ma la sua volontà era quella di tornare a Gioia Tauro e da lì in poi si è caricato sulle spalle un’intera famiglia di ‘ndrangheta» Appena terminato il periodo concordato coi giudici è rientrato a Gioia Tauro prendendo le redini della ‘ndrina falcidiata dai processi. (la Nuova di Venezia)