Parigi contro Tel Aviv: «Il piano per Gaza? Inaccettabile, viola il diritto umanitario»
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Il gruppo israeliano per i diritti umani B'Tselem, nelle scorse ore, ha accusato il governo Netanyahu di «usare la fame come metodo di guerra» a Gaza, riporta al Jazeera. In un post sui social media – accompagnato con un video di palestinesi affamati che cercano disperatamente di procurarsi del cibo in una cucina di beneficenza –, il gruppo per i diritti ha affermato che più di 2 milioni di persone a Gaza sono state costrette alla fame per due mesi. (Corriere del Ticino)
Ne parlano anche altre fonti
Advertising Dean Huijsen, centrale del Bournemouth, ha rilasciato un’intervista nella quale ha confessato di aver voluto diventare imprenditore; le parole (Europa Calcio)
La possibilità di «una presenza militare israeliana nella Striscia», prosegue il comunicato congiunto, «segnerebbe una nuova e pericolosa escalation e metterebbe in pericolo qualsiasi prospettiva di una soluzione viabile per due Stati». (Corriere del Ticino)
Secondo il canale israeliano Channel 14, Ben-Gvir ha affermato che “gli unici aiuti che dovrebbero entrare a Gaza sono quelli destinati alla migrazione volontaria”, una chiara espressione del suo sostegno allo sfollamento dei palestinesi dall’enclave prima dell’annessione da parte di Israele. (InfoPal)
“Ho paura di abituarmi alla fame, di accontentarmi di una crosta di pane e di un pizzico di sale sul bordo della tavola, e che il vuoto diventi mio amico”, scrive online con la sua tragica penna la poetessa Fedaa Zeyad da Gaza (Avvenire)
Se il vento portasse via anche i pensieri tristi Mentre vado in ambulatorio passo vicino ad asinelli con le gambe magre e con profonde piaghe sulla pelle che trascinano carretti troppo pesanti. C’è una bandiera in mezzo alla strada, c’è scritto «Free Gaza», ma le macerie e gli edifici rasi al suolo tutt’intorno fanno sembrare quella libertà un miraggio lontano. (La Stampa)
I palestinesi in coda per donare il sangue presso l'ospedale specializzato del Kuwait nella città di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, consentendo così le trasfusioni necessarie a molti feriti. "Non c'è cibo né acqua, i valichi sono chiusi e non c'è accesso a cibi ricchi di proteine, il che colpisce i pazienti e ne indebolisce ulteriormente la salute. (Il Giornale d'Italia)