Ecco chi frenerà Vivendi di Bolloré su Tim

Startmag Web magazine ECONOMIA

Capitolo Tim. E poi Tim

La mossa di Kkr in Tim contro Vivendi.

Appena si muove Bolloré, c’è qualcuno di grande e grosso che agisce, con una parata di scherma, di contenimento.

Anche in Spagna e in Italia. E poi c’è l’estero, la Spagna e l’Italia.

In Italia poi c’è stato il caso Mediaset, con un duro scontro arrivato sino al tribunale.

(Startmag Web magazine)

Ne parlano anche altre testate

La manifestazione di interesse di KKR. Già il 21 Novembre 2021, il CdA di TIM aveva preso atto dell’intenzione del fondo americano Kohlberg Kravis Roberts & Co. Un tema principale sarebbe quello legato alla richiesta di avvio di una due diligence proposta dal fondo Kkr stesso, che, si ricorda, è già entrato nella società della rete secondaria di TIM, ovvero FiberCop (MondoMobileWeb.it)

Ecco come prosegue la testata giornalistica francese descrivendo lo scenario ipotizzato:. “Il mercato italiano è molto frammentato, ancor più che in Francia, con cinque operatori mobili: Vodafone, Telecom Italia, WindTre, Free-Iliad e Fastweb Non sembrano essere solo voci di corridoio quelle per cui TIM e Iliad potrebbero, in un prossimo futuro, fondersi come unico operatore telefonico italiano. (Telefonino.net)

Del resto la fusione in questo settore non è cosa nuova, vedi ad esempio il recente matrimonio fra Wind e Tre, di conseguenza nulla sarà da lasciare al caso. TIM E ILIAD SI FONDONO? (Computer Magazine)

E mentre in Tim volano gli stracci di un «redde rationem» che ha portato all’uscita dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi, dimissionario, sullo sfondo della partita interna all’azienda c’è la visione che un Paese deve o dovrebbe avere per lo sviluppo di una moderna infrastruttura di rete. (Tempi.it)

Cresce il divario dimensionale tra i colossi Usa e le “piccole” banche europee: le prime 10 valgono meno della sola JP Morgan Con un volume di prestiti per 1 trilione di dollari, JP Morgan era l'unica banca a poter finanziare da sola la linea di credito da 45 miliardi. (Il Sole 24 ORE)

Non però nella misura in cui, come è il caso dell’Italia, ad essi non corrispondono proporzionati investimenti italiani oltre confine. Nel mondo globalizzato in cui viviamo in linea di principio gli investimenti dall’estero sono un fenomeno positivo e anzi un segno di buona salute socio-economica. (Corriere del Ticino)