Green pass obbligatorio: ecco chi rischia lo stop
E resta aperta la questione dei lavoratori stranieri – in particolare dell’Est – vaccinati con Sputnik, un siero non riconosciuto dall’Ema.
Rischio disagi al trasporto pubblico in Alto Adige.
TRASPORTO PUBBLICO – In questo settore la percentuale di non vaccinati va dal 10% al 20%.
In questo settore sono impiegati diversi lavoratori stranieri, molti dell’est Europa immunizzati con Sputnik.
Molti portuali sono stranieri e in molti casi, come al Porto di Trieste, un’alta percentuale, il 40%, non ha il Green Pass
(lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)
Ne parlano anche altre fonti
Ma questa restrizione ha scoraggiato molti trasportatori comunitari a andare verso la Gran Bretagna, ritenendo questo servizio sconveniente dal punto di vista economico, anche perché spesso mancano i carichi di ritorno. (TrasportoEuropa)
I lavoratori del settore sono in maggioranza stranieri e per questo sprovvisti di green pass perché vaccinati con preparati anti-Covid, come ad esempio lo Sputnik, non riconosciuti dal nostro Paese. “Molti di questi autisti sono sprovvisti di green pass. (QuiFinanza)
Da questo punto di vista, a correre più rischi potrebbero essere i portuali (40% di non vaccinati), ma anche gli autotrasportatori (il 30% non sarebbe vaccinato, stando alla stima fornita da Conftrasporto-Confcommercio). (Il Sole 24 ORE)
Nel pomeriggio del 14 ottobre 2021, appena poche ore prima dell’entrata in vigore dell’obbligo di certificazione verde Covid-19 (Green Pass), i ministeri della Salute e del Mims (Trasporti) hanno diffuso i chiarimenti sul suo obbligo da parte degli autisti dei veicoli industriali esteri che operano in Italia. (TrasportoEuropa)
«Chiediamo al Governo una introduzione graduale del Green Pass in funzione dell’attività esercitata. A scendere in campo, per dar voce alla posizione del comparto, è il capocategoria regionale di Confartigianato Fvg Trasporti e consigliere nazionale Stefano Adami. (Nordest24.it)
Ora si scopre che la normativa sul lasciapassare obbligatorio fa pure figli e figliastri del lavoro. Il tutto si tradurrà in circa 320mila ore di ritardo nella consegna dei pacchi rispetto agli standard giornalieri (StatoQuotidiano.it)