L’automotive nella nebbia: mercati stagnanti, dazi e transizione elettrica in affanno

L’automotive nella nebbia: mercati stagnanti, dazi e transizione elettrica in affanno
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ECONOMIA

Redazione Economia Redazione Economia   -   L’industria automobilistica, che per decenni ha rappresentato un motore inarrestabile dell’economia globale, oggi sembra aver perso slancio. Secondo lo studio “Navigare nella nebbia”, realizzato da Bain&Company e Aniasa – l’associazione che riunisce le aziende di noleggio, sharing e servizi digitali per la mobilità –, il settore è intrappolato in una fase di incertezza senza precedenti. Tra guerre commerciali, una domanda fiacca e una transizione tecnologica che stenta a decollare, le case automobilistiche si trovano a navigare in acque sempre più agitate.

I numeri parlano chiaro: a livello globale, la crescita del mercato auto è destinata a un ristagno, con un tasso previsto dello 0,2% annuo fino al 2030. L’Europa, insieme a Stati Uniti e Asia orientale, registrerà addirittura un calo, mentre solo alcune aree – come il Sud America e l’Asia meridionale – mostrano segnali di timida ripresa. In Italia, intanto, il ricorso all’usato aumenta, mentre le vendite di auto nuove continuano a contrarsi. L’elettrico, nonostante gli incentivi, non riesce a imporsi, e le emissioni medie di CO₂ rimangono più alte di quelle registrate nel 2015.

Uno dei fattori critici è la guerra dei dazi, che rischia di penalizzare soprattutto i marchi tedeschi, tradizionalmente legati a un modello di esportazione su larga scala. Se da un lato i produttori asiatici – cinesi in testa – stanno guadagnando terreno, dall’altro le case europee faticano a riconvertire i loro impianti verso una produzione più sostenibile. La transizione elettrica, che pure era stata indicata come la via maestra per il rilancio del settore, procede a rilento, frenata da costi elevati, infrastrutture carenti e una domanda ancora troppo debole.