Il nuovo premier russo è Mikhail Mishustin, entro maggio la riforma costituzionale di Putin

L'Unione Sarda.it ESTERI

L'ATTACCO - Doveva ancora diventare premier, Mishustin, quando il leader dell'opposizione Alexey Navalny lo ha attaccato con un post sul suo sito.

Il nuovo premier ha iniziato a lavorare nel 1998 per l'agenzia delle entrate russa, di cui poi è diventato il capo.

Mikhail Mishustin è il nuovo premier russo dopo le dimissioni di Dimitri Medvedev e della sua squadra di ministri.

Non ci sono persone giuridiche registrate nel nome di Vladlena Mishustin, su Internet non si trova nulla di lei. (L'Unione Sarda.it)

La notizia riportata su altri giornali

Il governo della Federazione Russa , presieduto da Dmitry Medvedev , ha rassegnato le proprie dimissioni nel giorno del discorso del presidente Vladimir Putin all’Assemblea Federale. Credo sia giusto che il governo della Federazione Russa si dimetta in conformità con l’articolo 117 della Costituzione russa”, ha aggiunto Medvedev. (Il Riformista)

Le dimissioni del primo ministro seguono l'annuale discorso annuale sullo stato della nazione tenuto oggi da Putin. Medvedev, stretto collaboratore di lunga data di Putin, è stato Primo Ministro della Russia dal 2012. (Rai News)

In un discorso sullo stato della nazione pronunciato oggi da Putin, il leader del Cremlino ha proposto che sia il parlamento a nominare il primo ministro. Subito dopo il discorso di Putin il passo indietro del primo ministro Medvedev che - dopo otto anni di governo - ha ritenuto "giusto che il governo si dimetta di fronte alle proposte presidenziali di emendamento della costituzione". (Today)

I video più visti di ieri (La Stampa)

Oggi il Primo Ministro Dmitry Medvedev ha appena annunciato che tutto il gabinetto ministeriale russo si dimetterà formalmente. Il raggiungimento di un modello simile a quello cinese potrebbe essere quello che ispira la strategia politica di Putin per rimanere indefinitamente al vertice. (Formiche.net)

Il presidente russo interviene anche sulla nuova tensione internazionale, in particolar modo sui fronti Iran e Libia, affermando che “i conflitti regionali in Medio Oriente potrebbero sfociare in una guerra globale“, sottolineando le “minacce alla comunità internazionale”. (Il Fatto Quotidiano)