La scia di cadaveri, lungo le strade della Siria: così il governo di al Jolani ha massacrato i lealisti di Assad, a Banias

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Corriere della Sera ESTERI

Il primo cadavere era disteso all'angolo. Con le braccia aperte. Qualcuno gli aveva coperto la testa con una felpa. La vittima non aveva avuto il tempo di vestirsi. Era uscita di corsa con la tipica tuta che gli abitanti locali usano per dormire o stare in casa. Dietro, altri due corpi erano stati coperti con una coperta marrone. Nessuno aveva osato raccoglierli, nonostante il luogo fosse a pochi metri da una delle principali strade della città siriana. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri media

Massacri di massa e saccheggi in Siria contro gli alawiti, perpetrati dai miliziani islamisti che hanno assunto il controllo del Paese dopo la cacciata di Bashar al Assad. Da giovedì 6 marzo, in diverse zone a prevalenza alawita, la stessa setta sciita a cui appartiene Assad, i residenti descrivono scene raccapriccianti, con strade insanguinate piene di cadaveri. (Alley Oop)

La stima approssimativa è uscita dal meeting tenutosi ieri a Tripoli tra autorità locali, esercito libanese e Alto Commissariato Onu per i rifugiati dopo i massacri a danno del gruppo etnico-religioso alawita nell’ovest della Siria, comunità da cui proviene il deposto Bashar al Assad. (il manifesto)

Tre mesi dopo la caduta di Assad, la Siria è precipitata in una nuova ondata di violenza. L'equilibrio è molto fragile. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani sono stati uccisi 1068 civili nell'ovest del Paese. (Diocesi di MIlano)

Aumenta ancora il numero di civili alawiti uccisi in Siria, tra cui donne e bambini, nei massacri compiuti dalle milizie sunnite governative e da bande di jihadisti, anche stranieri. Sono 1.225, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. (il manifesto)

Dal 6 marzo, la violenza in Siria ha raggiunto livelli allarmanti, con un massacro mirato contro la popolazione alawita nelle regioni costiere. Leggi tutta la notizia (Virgilio)

“Gli alawiti non hanno né un protettore straniero né la profondità finanziaria della comunità della diaspora. Con queste parole Zeidoun Zoubi, ricercatore e analista siriano, a metà febbraio avvertiva Damasco della necessità che il “nuovo Stato” intervenisse quanto prima per … (Limes)