“Ramy vive, dovete pagarla”. Bombe contro la caserma: l’assalto choc ai carabinieri
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Da giorni, da settimane è in atto una campagna contro le forze dell’ordine per la morte di Ramy Elgaml, il giovane morto lo scorso 24 novembre al Corvetto, a Milano, al termine di un inseguimento durato otto chilometri per le vie del centro città. I video della tragedia hanno spinto i soliti noti a puntare il dito contro gli agenti – sotto indagine – rei di non aver lasciato scappare i due ragazzi, che in precedenza avevano forzato un posto di blocco, non rispettando l’alt. (Nicola Porro)
Ne parlano anche altre fonti
Ma con i “maranza” chi ci parla? Nelle cronache che oggi raccontano la manifestazione svoltasi ieri a Torino si fa riferimento a centinaia di giovanissimi “maranza” che si sarebbe uniti al corteo. (Il Fatto Quotidiano)
Giovedì mattina, nella Sala Langiu, il sindaco Giuseppe Mascia e il comandante Gianni Serra hanno illustrato il report. I dati evidenziano il ruolo fondamentale assunto dalla Polizia locale nel campo della sicurezza urbana, intesa non solo come sicurezza reale, ma anche come percezione di sicurezza da parte della comunità. (SARdies.it)
Sono circa un migliaio. «Allora carabinieri, oggi siete voi a scappare e non noi. (La Stampa)
Emergono nuovi dettagli dalla relazione della polizia locale sulla morte del 19enne Ramy Elgaml dopo un inseguimento con i carabinieri: a perdere il casco durante la corsa in scooter non fu il ragazzo, ma Fares, l'amico che conduceva lo scooter, indagato per omicidio stradale, così come il militare che era al volante della gazzella. (TGR Lombardia)