Il sub muore durante il recupero del Bayesian: un’esplosione e una scheggia letale


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Redazione Interno
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Le operazioni per riportare a galla il Bayesian, il veliero affondato nelle acque di Porticello nell’agosto del 2024 durante una tempesta, sono state interrotte dopo la morte del sub olandese Robcornelis Maria Huijben Uiben, colpito mortalmente da una scheggia di metallo mentre lavorava a quasi 50 metri di profondità. La procura di Termini Imerese, che ha sequestrato l’area e avviato le indagini, ipotizza che l’incidente sia stato causato da un’esplosione dovuta alla combinazione di bolle di idrogeno e all’utilizzo della fiamma ossidrica, strumento impiegato per tagliare il boma dell’imbarcazione.
Il corpo del 39enne, specializzato in recuperi subacquei, è stato trasferito all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo per accertare le dinamiche esatte del decesso. I sommozzatori della guardia costiera, intanto, stanno completando i rilievi sul relitto, le cui operazioni rimarranno sospese finché non saranno chiarite le responsabilità tecniche. Il Bayesian, di proprietà del magnate inglese Mark Lynch, giace sui fondali da oltre un anno, e il suo recupero – già complesso per le condizioni del mare e la profondità – si è trasformato in una vicenda giudiziaria dopo la tragedia.
Secondo le prime ricostruzioni, la deflagrazione sarebbe avvenuta in modo improvviso, scagliando il frammento metallico che ha ucciso il sub. L’uso di attrezzature termiche in ambienti saturi di gas residui, come l’idrogeno prodotto dalla corrosione, è notoriamente rischioso, ma ulteriori verifiche dovranno stabilire se siano stati commessi errori procedurali. La magistratura, evitando per ora dichiarazioni definitive, concentra le indagini sia sulle modalità operative sia sullo stato del relitto, la cui struttura potrebbe aver amplificato il pericolo.