«Vietato criticare l’Europa sull’IA» No, siamo indietro. Ma non troppo

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Caro Avvenire, criticare l’Unione Europea è per molti giornalisti un autentico tabù, anche se l’Europa è in evidente declino. Davanti alla crescita poderosa degli investimenti nell’Intelligenza artificiale (IA), l’Europa ha scelto l’irrilevanza preferendo puntare tutto su una regolamentazione di qualcosa che non possiede. Questo è il paradosso dei burocrati europei: vogliono creare un regolamento per ciò che non posseggono, e quindi non possono gestire e controllare. (Avvenire)
Se ne è parlato anche su altre testate
Immaginate di partecipare a una manifestazione per il clima, indossando un distintivo o mostrando un cartello. (Contropiano)
Ma sebbene possa sembrare una corsa a due tra Stati Uniti e Cina, l'UE è stata la prima regione al mondo ad aver creato un quadro giuridico per l'IA e sta iniziando a investire massicciamente nel supercalcolo e nell'innovazione. (Arte.tv)
Il 2 di febbraio il Capo I e II dell’AI Act, il regolamento europeo che disciplina l’uso dei sistemi di AI, diverranno applicabili. Dopo una breve descrizione del Cap II, Pratiche di IA, e del Capo I, Disposizioni generali, mi soffermerò sull’art. (Key4biz.it)

Il nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, noto come AI Act, si presenta come il quadro giuridico più completo al mondo per la regolamentazione dell’AI. (CorCom)
L'Europa detta le regole con l'AI Act mentre l'Italia si disperde in 17 proposte di legge, ignorando le competenze esistenti e rischiando sovrapposizioni normative nella governance dell'intelligenza artificiale (Agenda Digitale)
– Un’Unione Europea che sta andando in direzione opposta rispetto a quello che dovrebbe fare. Secondo Alec Ross, distinguished adjunct professor alla Bologna Business School, Bruxelles deve mettere da parte il catastrofismo e accettare le grandi sfide che l’intelligenza artificiale presenta, foriere di altrettante opportunità. (QUOTIDIANO NAZIONALE)