SSN sotto pressione, famiglie sotto sforzo: quanto e come si curano cittadini?

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Secondo l’INAPP, oltre 2 milioni di persone hanno rimandato cure nel 2024. Cresce il ricorso alle assicurazioni, ma la sanità resta a due velocità Rinviare una visita medica, saltare un controllo, rimandare le cure dentistiche. Non per distrazione, ma perché mancano i soldi. È la realtà quotidiana di oltre 2 milioni di italiani, tra i 18 e i 74 anni, che nel 2024 hanno dovuto mettere da parte la propria salute. (9Colonne)
Su altri media
Il sindacato dei medici: "No a giochini e calcoli politici sulla salute delle persone. Maggioranza e opposizione trovino le risorse necessarie e quindi diano vita ad una costituente per la sanità per riformare il sistema salute". (Quotidiano Sanità)
conosce la filastrocca della “Novella dello stento che durava tanto tempo “? E’ molto nota in Toscana e descrive benissimo tutte le vicende che la gente (sono solo povera gente ma spesso tutti i cittadini) doveva sopportare nella speranza che i vari problemi che la tartassavano e preoccupavano fossero un buona volta risolti. (Quotidiano Sanità)
Nel Giudizio di parificazione 2024, il Procuratore Silvestri denuncia la precarietà del Ssn: liste d’attesa “vergognose”, assistenza territoriale inefficace e prevenzione trascurata. Il diritto alla salute, ha ribadito, è inviolabile e centrale per la civiltà di un Paese. (Quotidiano Sanità)

su il Corriere della Sera sono comparsi alcuni giorni fa due interventi a favore di una costituente per una rifondazione del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). Il primo intervento è stato di Sergio Harari, medico specialista, e il secondo di Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, che ha manifestato l’impegno a coinvolgere le Regioni nel recepire la proposta. (Quotidiano Sanità)
La volontà espressa dal Governatore lombardo, per affrontare una riforma seria, strutturata e condivisa del nostro Sistema Sanitario Nazionale, è un atto di coraggio che guarda senza strumentalizzazioni una questione vitale per il nostro Paese. (Corriere della Sera)
Attualmente, il 6,4 per cento del Pil è destinato alla spesa sanitaria pubblica, finanziata tramite la fiscalità generale. Succede sempre più spesso che un bene di merito pubblico fondamentale come la sanità sia governato da logiche di margine operativo, tipiche del settore privato. (Domani)