Tumore gastroesofageo, combinare più terapie funziona

La Repubblica SALUTE

Bemarituzumab è il primo anticorpo mirato progettato per bloccare specifici fattori di crescita dei fibroblasti (FGF), provocando così un rallentamento potenziale della progressione del tumore.

Fino ad ora, in assenza di una terapia mirata, la chemioterapia era l’unica possibilità per trattare questi pazienti.

E proprio i pazienti FGFR2b-positivi HER2-negativi sono stati coinvolti nello studio che ha valutato efficacia e sicurezza dell’anticorpo sperimentale bemarituzumab associato a chemioterapia rispetto al trattamento con sola chemioterapia. (La Repubblica)

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I risultati presentati ad Asco mostrano una risposta completa nel 54% dei pazienti. Un terzetto di farmaci innovativi, disegnati per agganciare le cellule tumorali ed eliminarle nella maniera più specifica possibile. (La Repubblica)

Adesso, grazie ad una nuova terapia, è stato possibile stabilire come si possa ridurre del 38% il rischio di mortalità per quei pazienti con tumore in stadio metastatico e resistente alla castrazione. Ad annunciarlo, la società farmaceutica Novartis che ha reso noti i risultati dello studio “Vision” svolto in fase 3. (Sky Tg24 )

Lo hanno confermato i dati dello studio Pacific di fase 3, presentato in questi giorni nel corso del congresso dell'American Society of Clinical Oncology (Asco). Secondo gli esperti, l’anticorpo monoclonale produce un beneficio definito “clinicamente significativo”, che si manifesta sia in termini di sopravvivenza globale sia in quelli di sopravvivenza libera dalla progressione, in tutti i malati che riscontrato buoni risultati dopo il trattamento chemio-radioterapico. (Sky Tg24 )

Oggi la chemioterapia è il trattamento standard per questi pazienti, ma la prognosi rimane sfavorevole perché la sopravvivenza non supera i 10 mesi Con circa 2400 nuovi casi in Italia, il 2020 ha fatto segnare un aumento dei malati di tumore all’esofago. (il Giornale)