Nucleare, secondo round Usa-Iran non più a Roma

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Prima il sito di notizie Axios, poi fonti non meglio precisate di Palazzo Chigi, poi la conferma ufficiale del nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani: il secondo round dei colloqui Usa-Iran sul nucleare si terranno sabato 19 aprile a Roma. Invece no. Nella notte italiana il dietrofront: "Dopo consultazioni è stato deciso che Muscat continuerà a ospitare il secondo round di colloqui", con gli Usa "che si terrà sabato 20 aprile". (ItaliaOggi)
Ne parlano anche altre fonti
La ricetta del disimpegno degli Stati Uniti proposta da Trump coinvolge vari quadranti del mondo. Uno dei più strategici è il Medio Oriente, dove la perdurante violenza di Israele tiene alto il fuoco della guerra contro l'Iran e i suoi agenti di prossimità (Hamas, Hezbollah e Houthi). (QuiFinanza)
E intanto l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, chiarisce: un accordo finale con Teheran deve comportare “l’eliminazione dell’arricchimento dell’uranio e del programma di sviluppo dell’arma” nucleare. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Si terrà sabato a Roma il secondo round di colloqui sul nucleare iraniano. Dopo il primo incontro a Muscat, capitale dell'Oman, sabato scorso, l'Italia diventa teatro di mediazione nelle trattative che puntano a fermare il programma con cui Teheran punta a sviluppare armi nucleari fino all'atomica. (il Giornale)

Dopo anni di silenzio e di rottura delle relazioni dipolomatiche - dal 1980 - Stati Uniti e Iran hanno ripreso i contatti diplomatici sul delicatissimo tema del nucleare. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Siamo pronti ad accogliere, come sempre, incontri che possono essere portatori di risultati positivi, in questo caso sulla questione nucleare. (TGLA7)
Il negoziato non è affatto facile. Un atteggiamento prudente; del resto è stato proprio Donald Trump nel 2018 a decidere il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo firmato da Barack Obama nel 2015. (Treccani)
Nell’«epoca del caos», raccontata dall’Economist con un montaggio di espressioni rabbiose di Donald Trump, c’è spazio per la diplomazia nonostante le promesse irrealizzate di risolvere tutto in poco tempo arrivate dal picconatore della Casa Bianca? Non si può essere ottimisti, in un momento così complesso, ma Stati Uniti e Iran si sono parlati, sia pure attraverso la mediazione del ministro degli Esteri dell’Oman, Badr bin Hamad Al Busaid, che sembra aver lasciato a casa per l’occasione il khanjar, pugnale ricurvo simbolo del suo sultanato. (Corriere della Sera)