La scritta contro la premier alla manifestazione pro Palestina a Milano: scoppia il caso politico

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Scontri e minacce durante il corteo, scritte contro Meloni, feriti tra le forze dell’ordine. Dura condanna da La Russa e dal mondo politico Grave escalation di violenza durante la manifestazione pro Palestina svoltasi oggi, 12 aprile, a Milano. Il corteo, che avrebbe dovuto svolgersi pacificamente, è degenerato in atti di vandalismo e scontri con le forze dell’ordine, culminati in scritte minacciose contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, tra cui la frase “Spara a Giorgia” apparsa su una vetrina. (TGLA7)
Ne parlano anche altre fonti
Le tensioni al corteo pro-Pal di Milano - Ansa (Avvenire)
Durante il corteo pro Palestina a Milano, gli scontri con la polizia sono stati oscurati da una scritta minacciosa comparsa sui vetri di una banca: “Spara a Giorgia”. Il governo condanna con fermezza ogni forma di odio, mentre cresce la preoccupazione per la radicalizzazione del dibattito pubblico. (Tgcom24)
La manifestazione ha visto la partecipazione di una frangia della realtà antagonista/anarchica composta da circa quaranta persone supportate da un fronte composto da diversi manifestanti che, lungo il primo tratto di percorso del corteo, ha danneggiato vetrine e lasciato diverse scritte sulle sedi di vari istituti bancari ed esercizi commerciali. (Adnkronos)

Provvederemo alla cancellazione del video nel minor tempo possibile. Alcuni video presenti in questa sezione sono stati presi da internet, quindi valutati di pubblico dominio. (Libero)
Sono mesi che denuncio queste manifestazioni e, soprattutto, punto il dito sulle persone che vi partecipano, soprattutto no-global, anarchici e antagonisti. Le responsabilità di quello che è accaduto ieri durante il corteo ProPal sono chiare e precise e la Questura le ha individuate. (La Voce del Patriota)
Commenta così il sindaco Beppe Sala, prima sulle sue pagine social e poi a margine di un evento per gli ottant’anni della Liberazione, la scritta «spara a Giorgia». Voce ferma, come la condanna: «Le minacce alla nostra presidente del Consiglio sono intollerabili». (Corriere Milano)