Totò Rizzo Verrà ricordato come un re delle voci, Elio Pandolfi, morto

Amatissimo da Visconti, Fellini, Wertmuller, interpretò decine di film dagli anni '50 in poi, tra cui alcuni titoli entrati nella storia della Settima Arte, ma si doleva che in nessuno fosse stato protagonista.

Lascia un figlio adottivo, Natale Orioles, a cui ha affidato l'ultima volontà: niente funerali.

Uno strumento strepitoso, il suo, un timbro all'origine grave, baritonale che sapeva reincarnare in italiano e in diverse lingue straniere uomini e animali («nei cartoni animati m'hanno fatto doppia' de' tutto: sorci, paperi, galline») con impareggiabile versatilità. (Leggo.it)

Ne parlano anche altre testate

"Era davvero uno degli ultimi di quella generazione di attori che avevano fatto di tutto, dalla prosa alla rivista. Nato a Roma il 17 giugno 1926, ha svolto una intensa attività nel teatro di prosa e di rivista e alla radio, rivelandosi attore, cantante, ballerino, mimo e parodista di grande talento. (Teatro.it)

Prima di conoscerlo in tutta la sua corporea esuberanza, Elio Pandolfi lo conobbi solo nella voce, attraverso la radio, ascoltandolo. Mentre li guardavo mi venivano in mente le severe osservazioni che anni prima aveva fatto in un saggio memorabile Susan Sontag. (Taxidrivers.it)

Teatro, cinema, radio, tv: Pandolfi ha declinato la sua sensibilità ed il suo estro in tutti i settori dello spettacolo e di quei magici anni custodiva una marea di aneddoti e sensazioni: «La sua memoria era portentosa – continua Della Casa – anche negli ultimi tempi, ormai allettato, ricordava tutto di quei magici anni». (Cronaca Qui)

Aveva debuttato a Venezia nel 1948 come mimo-ballerino in Les malheurs d'Orphée di Milhaud, per poi entrare con Orazio Costa al Piccolo Teatro di Roma. "Con profonda tristezza apprendo della scomparsa di Elio Pandolfi, un grande attore e doppiatore italiano (abruzzo24ore.tv)

O meglio, parla con il proprio corpo e la propria mirabolante gestualità, sulle note di vecchie canzoni di un tempo che fu. “Mia madre capì da subito che ero diverso dagli altri bambini – raccontava Pandolfi – inventavo commedie, recitavo versi da me composti, cantavo e ballavo nel cortile della scuola. (Il Fatto Quotidiano)

“Io non avevo chiesto niente, ma Dio di talenti me ne ha dati tanti“, si divertiva a raccontare. Tra i film, non molti, in cui invece recita, soprattutto negli anni ’50, c’è Perdonami! (Cronache della Campania)